Il lebbroso non chiede di essere guarito, ma purificato: “Se
vuoi, puoi purificarmi!”. La sua era una malattia diversa dalle altre. Chi ha la
lebbra era come un morto; toccarlo rendeva impuri, come quando si tocca un
cadavere. Per questo il lebbroso doveva essere allontanato dalla comunità e più
ancora dal tempio: era uno scomunicato. Il suo patire non viene tanto dalla malattia,
quanto dal sentirsi escluso dalla comunione con gli altri e dal culto di Dio.
Quello che domanda è di essere reintegrato tra i suoi e poter lodare Iddio nel
suo tempio.
Sempre che Gesù lo voglia… “Se tu vuoi”. Che preghiera discreta e carica di fede! Sa che Gesù può, tutto può. Basta rivolgersi a lui con
fiducia e chiedere…
Ed ecco che Gesù compie ciò che è proibito: tocca il lebbroso. Non
si può! È contro la legge! Facendo così si contamina, si rende impuro. Ma per Gesù
non ci sono barriere e tabù. È venuto per incontrare la nostra umanità malata e
prendersela sulle spalle così com’è. Si è caricato delle nostre sofferenze, si è
addossato i nostri dolori, su di lui sono cadute le iniquità di tutti noi. Per
noi si fa lebbroso, per noi contrae l’impurità.
Toglie al lebbroso la scomunica, lo reintegra nel consorzio umano,
lo fa rientrare in città; ed egli si fa “maledizione”, si lasci condurre a
morire fuori della città, escluso dal suo popolo. Lo fai rientrare nel tempio ed
egli ne resta escluso, provando la più grande delle lontananze da Dio:
l’abbandono. Si è messo al posto del lebbroso e gli cede il posto: si è fatto
uomo, con tutte le fragilità che questo comporta, fino alla lebbra, per fare di
lui un dio!
Sono pochi tra noi i lebbrosi (anche se in alcuni Paesi la lebbra sta tornando), ma siamo tutti impuri, bisognosi di purificazione. Non è la lebbra a farci contrarre l’impurità, sono altri mali. Sono le cose che vengono dal di dentro, dal cuore dell’uomo, a contaminare l’uomo: “fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (Mc 7,20-23). Queste cose cattive, che sono nel nostro cuore, sono peggiori della lebbra e ci rendono davvero immondi, isolandoci nel nostro egoismo, rompendo l’unità tra di noi, escludendoci dalla comunione con Dio.
“Se vuoi, puoi purificarci”. È la nostra preghiera, sincera e fiduciosa come quella del lebbroso. Solo Gesù può guarirci, reintegrandoci nella comunione piena tra noi e con lui.
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