Prima di lasciare Dakhla alla volta di Laayoune, un’ultima camminata ai margini della città per cogliere altri volti di questo nuovo mondo.
Il cimitero dei
cristiani e dei senza nome. in pieno deserto. Soltanto i musulmani possono essere sepolti nel
cimitero, gli altri… in un campo squallido, con tombe senza nomi, senza una croce,
a volte con un numero sopra una pietra. Sono i cristiani anonimi, oppure i corpi
delle persone trovate in mare… Che desolazione. I poveri rimangono poveri anche
da morti. Forse Dio non fa distinzione tra i morti, sono tutti figli suoi, circoncisi
e non circoncisi.
Il carcere. Lo vedo
soltanto da fuori. Gli Oblati vanno regolarmente a trovare i cristiani. Un carcere
moderno e, grazie a un direttore intelligente, dal volto umano. Ci sono
ambienti riservati alla visita dei parenti, dove i carcerati possono rimanere
da soli uno o più giorni con i loro familiari. Comunque i poveri rimangono
poveri anche da vivi.
Rientro a casa. Sulla
porta interna, dentro l’atrio, scorgo la piccola icona in maiolica della
Madonna del Marocco, ritratta come una donna di qui, con il suo bambino, come
tante che vedo questi giorni. Un quadretto di nessun valore. Ma la Madonna ha
un valore infinito, per cristiani e musulmani: è la madre di tutti.
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