giovedì 30 settembre 2010

Fare di ogni terra il Paradiso

Qualcuno mi ha scritto un po’ dispiaciuto che ieri, per i 40 anni della mia consacrazione religiosa, mi sia limitato ad una sola frase… Il fatto è che ieri, al termine del ritiro con i responsabili del Movimento dei focolari, dopo tanti anni termina anche il mio servizio nel centro di questo Movimento. Si può quindi capire il senso un po’ sibillino di quanto ho scritto: “Si comprende appieno il valore di ciò che ami nel momento in cui lo perdi”. Poteva esserci icona più eloquente di quella della Desolata? (Immagine potente, che ho fotografato questa estate nell’abazia di Sesto al Reghena).

Mi è sembrato di lasciare il Paradiso. Anche a Gesù lo lasciò, con la missione di fare il Paradiso in terra! È la nostra missione, fare di ogni terra il Paradiso!

mercoledì 29 settembre 2010

martedì 28 settembre 2010

Ho un’opera da compiere

A Rocca di Papa è iniziato il ritiro sul tema dell’anno: la volontà di Dio. È bello ritrovarsi insieme, all’inizio di ogni anno sociale, con tutti i responsabili dell’Opera provenienti da tutto il mondo. Ormai non faccio più parte del Centro di Coordinamento, ma sono stato ugualmente invitato da Emmaus con un suo ulteriore atto di amore. Mi hanno colpito le parole di Gesù: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera» (Gv 4, 34). Gesù aveva un’opera da compiere, l’opera della salvezza. Fare la volontà di Dio coincideva con il compiere un’opera – l’Opera – che gli era stata affidata! La volontà di Dio non è soltanto un entrare in Dio, un realizzare se stessi, ma è anche una missione! Dio affida anche a me un’opera da compiere in favore dei fratelli. Fare la sua volontà è il modo più concreto per amare quanti Dio ha messo sulla mia strada.

domenica 26 settembre 2010

Padre Mathuni

La morte di p. Mathuni, Oblato dell’Austria, avvenuta questi giorni per un incidente stradale, ci ha colti tutti di sorpresa. Pochi anni fa lo avevo incontrato a Vienna, dove gli avevo ritratto in questa foto.
Celso dall’Africa mi ha scritto: Avevo tanto sentito parlare di lui anche prima, ma non lo avevo mai incontrato. Andai in Austria l'anno scorso, proprio in questo periodo. Andai al posto di P. Giancarlo, che era amico di P. Mathuni. Fui lui stesso a venire a prendermi al treno e, il giorno dopo, ad accompagnare me e un altro gruppo di amici tedeschi, a vedere Vienna (aveva un passo tanto veloce, nonostante i suoi 89 anni, che non riuscivamo a stargli dietro). L'indomani, domenica, insieme a lui e al gruppo di amici, andammo al santuario di Maria Taferl, tenuto dagli Oblati. Durante la Messa mi ha fatto parlare della Missione, e pure il pomeriggio, durante l'adorazione eucaristica. Prima di incontrare personalmente P. Mathuni, pensavo fosse lui il fondatore della Miva (una associazione di benefattori che aiuta i missionari a comperare i mezzi di trasporto). Mi disse che non era stato lui, ma un altro oblato, e che lui aveva poi preso il suo posto. Mi disse che l'oblato in questione aveva fondato questa associazione perché durante una visita in una missione in Africa, un suo confratello morì perche non c'era una macchina per portarlo all'ospedale. E così, tornato in patria, decise di aiutare i missionari in questa maniera. P. Mathuni ha passato tutta a sua vita ad aiutare le missioni e i missionari, facendo letteralmente miracoli. Dovrebbe esserci lui qui per raccontarci la sua vita. Spero che si faccia presto una raccolta delle sue opere e delle sue avventure.

Festa per Chiara Luce

Si scopre il quadro della beata: è il momento più bello di ogni beatificazione. Questa volta mi ha tuttavia colto di sorpresa. Chi avrebbe indovinato che fosse nascosto proprio accanto a me e che me lo vedessi apparire così? E poi non una pittura, come si fa abitualmente, ma una foto, e che foto! Me la sono vista accanto, così vicina, così bella, così vera, così attuale, così mia… Ed ho subito pensato a Chiara Lubich, a come doveva essere contenta in cielo in quel momento; non soltanto perché una sua figlia è arrivata alla santità, ma anche per il luogo in cui è proclamata tale, in una chiesa così moderna, proprio adatta alla santità moderna della sua spiritualità e della santità di Chiara Luce.
Una volta incontrai Chiara Lubich qui, nel parco adiacente il santuario, quello che oggi è inondato da migliaia di giovani in festa, provenienti da tutto il mondo. “Padre Fabio, mi disse, guarda quant’è bello questo santuario, com’è moderno. Mi piace, mi piacciono le cose moderne”. Avrebbe mai immaginato che la prima beatificazione del suo Movimento si tenesse proprio qui?

venerdì 24 settembre 2010

I miei vicini di casa: Lavigerie e Newman

A pochi passi da casa mia, sulla via Aurelia, la casa generalizia dei Missionari d’Africa. Oggi sono a andato a trovare questi vicini di casa. Ad accogliermi un vecchio amico, Jos van Boxel: ci conosciamo da quando eravamo studenti ed ora, dopo tanti anni, ci ritroviamo a due passi l’uno dall’altro, tutti e due “novizi” di Roma. Così ho scoperto che il card. Lavigerie, fondatore dei Padri Bianchi e delle Suore, è sepolto proprio lì, nella cripta.
Domenica scorso, accanto alla casa dei Padri Bianchi, avevo visto un edificio su cui sventolava la bandiera vaticana. Mi ero accostato e avevo visto che si trattava del Centro di studi Newman: era il giorno della sua beatificazione. Tra i suoi tanti pensieri in questi giorni mi ha accompagnato una preghiera della sua gioventù, quando ancora era in ricerca: “Guidami, luce gentile, tra la nebbia che mi circonda, guidami tu! Buia è la notte, lontana la casa… Guida i miei passi; non voglio vedere l’orizzonte lontano; un passo alla volta è sufficiente”. Oggi, dopo aver fatto visita ai Padri Bianchi, ho suonato a quest’altra casa. Ed ecco un’altra scoperta: il Centro Newman è tenuto da una comunità che appartiene alla “Famiglia spirituale L’Opera”, fondata il Belgio nel 1938 e composta da consacrate, sacerdoti, laici. Mi hanno accolto con grande festa…
Che bei vicini di casa!

giovedì 23 settembre 2010

Festa di san Pio da Pietralcina

Camminando per via dei Coronari, sono entrato per caso nella chiesa di san Salvatore in Lauro ed ho visto esposte alcune reliquie di san Pio da Pietralcina. Ma ciò che più mi ha colpito è stata una grande statua lignea, più eloquente di ogni discorso.

mercoledì 22 settembre 2010

Chuseok e l’amore

Oggi festa per i Coreani: Chuseok (Festa Lunare del Raccolto), Festa del Ringraziamento per l’abbondanza dei prodotti della terra. Oggi festa nella festa per la difesa della tesi del coreano Youn Jong Du (John), di cui sono stato il relatore. Una tra le tante perle: una lettera di Annibale Di Francia a Tommaso Cannizzaro (1838-1921), un professore ateo:
L’amore che io porto al Signor mio Gesù Cristo, quale vero Dio, mi spinge ad ubbidire a tutte le sue parole, oltre che produce in me un’altra fiamma di amore, cioè l‘amore del mio prossimo. Gesù ha detto: ―Amate il prossimo come voi stessi: ed io mi sforzo di amare il prossimo come me stesso; ed è per questo che ho dedicata la mia misera vita al bene del mio prossimo, per quanto meschinamente posso. Gesù disse: ―Date a chiunque vi domanda, e: ―Ciò che farete al più misero lo fate a me stesso: ed io cerco di non negarmi con nessuno, e nella persona del povero venero la persona di Gesù Cristo. Gesù benedisse i fanciulli, li amò di tenero amore, e disse: ―Non disprezzate nessuno di questi bambini, poiché i loro Angeli contemplano continuamente la faccia di Dio. Ed io per questo amo assai i bambini e mi sforzo di salvarli. … Tutto questo le dico, Professore carissimo, non per farmene un vanto, perché nulla io sono, ma per dimostrarle che l‘amore del prossimo fino al sacrificio non può sussistere senza l’amore verso Gesù Cristo Dio. … Ritenga, Professore carissimo, che se io non amassi Gesù Cristo Dio, mi annoierei ben presto a stare in mezzo ai poveri più abbietti, e spogliarmi del mio, e perdere il sonno e la propria quiete pei poveri e pei bambini.

lunedì 20 settembre 2010

Martiri del Laos

Oggi, nella festa dei martiri coreani, il cammino per la beatificazione dei 15 missionari uccisi nel Laos ha fatto un passo in avanti: nella sede della Congregazione per le Cause dei Santi, in Vaticano, il Sig. Alessandro Federici, in sostituzione del Cancelliere, ha ufficialmente aperto i contenitori contenenti i documenti del processo diocesano per controllare che la raccolta del materiale sia avvenuta in modo corretto, dando così inizio al cammino pontificio per la beatificazione. Tra i 15 martiri, religiosi e laici, uccisi in Laos nel periodo fra il 1954 e il 1970, vi sono 5 Oblati: Louis Leroy, Michel Coquelet, Vincent L’Hénoret, Jean Wauthier, Joseph Boissel.

domenica 19 settembre 2010

Passeggiando per Roma con… Domenico Fontana

La mia prima passeggiata romana… da romano! Una mattinata mite, moderatamente soleggiata. In otto minuti sono alle mura vaticane che raccolgono il più piccolo stato del mondo, neppure mezzo chilometro quadrato, 140 volte più piccolo della Repubblica di san Marino. Le costeggio fino alla piazza san Pietro fermandomi a bere a una delle innumerevoli fontane. Mi siedo al centro della piazza e per la prima volta leggo per intero per scritte sul basamento dell’obelisco. Poi lo sguardo sale su su, fino alla cima, dove campeggia la croce di Cristo. Non avevo mai visto con tanta calma la solennità del monolitico egiziano con le facce lisce, senza geroglifici.
Per 1500 anni era rimasto nello stesso punto, nel circo di Caligola dove Costantino costruì la basilica di san Pietro. Soltanto alle fine del 1500 Sisto V incaricò Domenico Fontana di trasportarla nel centro della piazza. Per farle percorrere un centinaio di metri occorsero quasi sei mesi (comprese le ferie estive!), 800 operai, 140 cavalli, 44 argani. Fu leggenda o verità il grido del marinaio genovese: “Acqua alle corde!”? E se ci volle tanto per spostare l’obelisco di pochi metri, come avrà fatto Augusto a farlo trasportare da Eliopoli ad Alessandria di Egitto e Caligola addirittura a Roma? I Romani erano i Romani!
Fontana sfatò la credenza medievale che nella palla che sormontava l’obelisco ci fossero le ossa di Giulio Cesare e al suo posto mise la croce. Quello che non sapevo è che lassù, a dominare la piazza (il mondo?), con la croce di bronzo, vi sono anche le reliquie della Santa Croce! Ora mi suona in tutto il suo significato la scritta “Christis vincit, Christus regnat…” che leggo sul basamento.

sabato 18 settembre 2010

Luigino Bruni, gli scimpanzé e lo champagne

Con gli scimpanzé abbiamo in comune il 98% del DNA. Il rimante 2% fa la differenza. Lo stesso per tante istituzioni (scuole, opere assistenziali…) dei religiosi e delle religiose. Per il 98% sono uguali a quelle pubbliche, ma c’è quel 2%, dato da carisma, che fa la differenza! Così Luigino Bruno al convegno tenutosi al Polo industriale Lionello Bonfanti a Loppiano, nel quadro dei tre giorni di Loppianolab 2010, Work in progress, dove è stata presentata la società “Charis” che si pone al servizio di Ordini religiosi per sostenere la gestione delle loro opere in modo professionale e insieme rispettando il loro carisma. Da parte mia – per rimanere sulla lunghezza d’onda di Luigino e degli scimpanzé – sono intervenuto ricordato che lo champagne, compreso il tappo, l’hanno inventato i benedettini! Questo per dire fin dove arriva la ricaduta sociale, economica, politica dei carismi. Che festa sarebbe una festa senza lo spumante? Ogni volta che lo stappiamo, dovremmo ricordarci che dietro c’è un carisma (dalla parola greca charis = che dà gioia!).

giovedì 16 settembre 2010

Navigatore “satellitare” o “celeste”?


Nel mio recente viaggio in Brasile, per la prima volta, attraversando la grande città di San Paolo, ero guidato dal navigatore satellitare che, con voce stentorea, mi diceva tra quanti metri avrei dovuto girare a sinistra, a destra, se dovevo proseguire dritto e così via. Il traffico era così caotico e veloce che non sempre riuscivo a rispondere con prontezza ai comandi del navigatore il quale, imperterrito, operava immediatamente una variante per riportarmi sulla giusta direzione. Quel che mi ha colpito è che… non si stancava mai di correggermi. Al suo posto io a un certo momento avrei detto: “Ma va dove ti pare!”. Lui invece no.
Me lo sono ricordato questa mattina al funerale dell’ultima zia che mi era rimasta. La vita è davvero un viaggio, e come ogni viaggio che si rispetta ha una meta. Come in partenza si dice al navigatore dove si vuole arrivare e lui programma l’itinerario, così anche noi abbiamo una direzione certa: il paradiso! Quante feste in una famiglia: la nascita dei bambini, il battesimo, la prima comunione, la cresima, la laurea, il matrimonio… La settimana scorsa ho partecipato proprio a una laurea e a un matrimonio. Ma sono tutte tappe per arrivare alla meta. Oggi una festa ancora, l’ultima, quella più bella: finalmente si spalancano le porte del cielo ed eccoci finalmente arrivati.
La strada? “Io sono la via”, ci ha detto Gesù, che già è andato a prepararci il posto! Non soltanto egli è la via, ma anche il “navigatore”: vai di qua, vai di là… Ed è proprio come quello che avevo in Brasile: non si stanca mai, ogni volta che deviamo, di trovare una variante che ci riporta nella direzione giusta. Che bello avere un navigatore “celeste”!

mercoledì 15 settembre 2010

Il “grande codice” dell’umanità

Sulla rivista Consacrazione e servizio” è apparsa la recensione di Giovanni Casoli al libro La storia di Dio e la mia.

Fabio Ciardi va a Cuba e nella sala messagli a disposizione dai Domenicani (intitolata a Las Casas, difensore degli indigeni dai “cristiani” sfruttatori) tiene conferenze bibliche sui generis: parla, con impressionante corredo di riferimenti letterati, artistici, linguistici, musicali e anche scientifici, e di citazioni ben prelevate dalla Scrittura, di una Bibbia per credenti e non credenti, lui sacerdote e missionario, persuaso, come Van Gogh, che «le cose non sono quello che sembrano, che Dio ci insegna cose più alte attraverso le cose della vita quotidiana», come la Bibbia, appunto, che è il “grande codice” dell’umanità, è poema di Dio per i credenti e fonte inesauribile di verità umane e di poesia per gli altri.
Con tono tutt’altro che professorale, anzi colloquiale-familiare, Ciardi, che evidentemente racconta nelle vicende della Bibbia la sua stessa di uomo in dialogo col Padre che rivela e col Figlio che salva (entrambi in modo umani), può dire: «Senza la Bibbia il nostro linguaggio rimarrebbe muto. Ma anche Dio, senza le nostre parole, non saprebbe parlare».
I cubani si interessano sempre più, oltre il loro credere o non credere, perché sentono rifiorire l’umano a un livello di rispetto, comprensione, amore, che il mondo anela e non trova, mentre qui lo vede con stupore dispiegarsi nei secoli e nelle genti che si susseguono e si ispirano a vicenda convergendo nelle parola biblica; scoprono che essa ha anticipato dignità, diritti e progetti sull’uomo che la storia successiva è ancora lontana dal realizzare compiutamente.
Lo dicono anche tanti atei, come, sia pure provocatoriamente, Eugenio Scalfari:«Ha detto tante cose Gesù. Forse i laici dovrebbero promuovere un raduno di massa intitolato al suo nome per vedere fino a che punto la Chiesa di oggi abbia ancora il diritto di usarlo»,
Lo ha, come ogni uomo, e per mandato di Cristo; ma battendosi il petto e aprendolo alla speranza.

martedì 14 settembre 2010

Il compimento della legge


Viaggiando per il mondo, apprezzo sempre più le piccole icone che permettono una comprensione immediata di luoghi e situazioni. Se sulle due porte delle toilette vedi scritto “Uomini” e “Donne”, sai subito da che parte andare, anche se è scritto in inglese o in tedesco. Ma se la scritta è in arabo o in ungherese resti lì perplesso, aspettando di vedere chi entra o chi esce da quella porta. Quando invece trovi la piccola figura di un uomo o di una donna, è tutto più semplice, anche un analfabeta capisce.

Recentemente, trovandomi su una metropolitana all’estero, mi sono reso conto di quanto davvero fosse comprensibile, anche a me che non conoscevo la lingua, l’ideogramma di un vecchio col bastone o di una gestante. Eppure, su quei posti riservati, erano seduti tranquillamente dei giovani, mentre anziani e donne incinte stavano in piedi.
Possibile che ci sia bisogno di un segnale, di promulgare una “legge”, per dire di cedere il posto a chi più ne ha bisogno? Non dovrebbe essere un gesto spontaneo, gratuito?

Per contro sento una bambina, Maria Clara, che racconta: «Una signora aveva un sacco di buste in mano, io stavo passando di corsa e l'ho vista. Mi sono fermata e ho pensato: "Se io non l'aiuto, non aiuto Gesù che è nel cuore di questa signora e se io l'aiuto, aiuto Gesù". Le ho chiesto se voleva un aiuto e lei ha detto di sì, così ho portato le buste dove si dovevano portare. Dopo ho sentito una voce nel mio cuore. Era la voce di Gesù che mi ha detto: "Tu hai fatto la cosa giusta: Amare Gesù"». Maria Clara non ha visto un cartellino, non ha letto – forse ancora non sa leggere – la norma che impone di “aiutare signora con borsa”. La “legge” ce l’aveva dentro, quella che l’apostolo Paolo chiama “la legge di Cristo”, l’amore: «Pieno compimento della legge è l’amore», come scrive ai cristiani di Roma. Ciò che ha mosso ad agire nella direzione giusta la bambina è stata la legge interiore dell’amore.

lunedì 13 settembre 2010

Una nuova pianticella

Caterina e Francesco sposi! L’amore tra i due splende sempre in ogni matrimonio. Questa volta splendeva anche il gioiello nel quale questo diamante era incastonato: una stupenda comunità che ha gremito la chiesa di san Domenico, la più grande di Prato. Una comunità con le più diverse rappresentanze civili, dal sindaco ai sindacati, dalla protezione civile alle associazioni culturali; ma anche con le rappresentanze ecclesiali, dal parroco al Movimento dei focolari. A dire che il matrimonio non è un amore chiuso tra i due sposi, ma una realtà sociale, civile, ecclesiale. Una comunità visibile nel servizio che tutti hanno reso, con gioia, nella festa che si è tenuto nel monumentale chiostro attiguo alla chiesa e continuata poi nel Centro Mariapoli di Scandicci. Una nuova pianticella, quella di Caterina e Francesco, piantata in un terreno buono, in un giardino già ricco di tanti fiori: una garanzia in più per una crescita sana e per il dono del proprio contributo originale alla bellezza del giardino.

venerdì 10 settembre 2010

"Restaurare" il Sacro Cuore

“Il Sacro Cuore ha avuto una storia iconografica complessa, articolatasi insieme alla situazione teologica-culturale in continua mutazione. Il cuore riassume in sé l’idea di centro ed è assimilato frequentemente, presso la maggior parte delle civiltà, al sole. Il sole è al centro del cielo (macrocosmo), così come il cuore lo è dell’uomo (microcosmo). La raffigurazione del cuore, infatti, e del Sacro Cuore in particolare, ci mostra questo rapporto intercorrente tra sole e cuore: quest’ultimo viene spesso rappresentato raggiante” (Marta Gelsumi, Il Sacro Cuore di Gesù. Storia, iconografia e intervento di restauro d un dipinto ottocentesco).
È la prima volta che mi capita di assistere alla difesi di tesi di uno dei nipoti. Mi è successo proprio con l’ultima nipote (nella foto con le sorelle), e proprio con una tesi… sul Sacro Cuore di Gesù! Oggi Marta si è infatti laureata all’Accademia delle belle arti di Bologna. La tesi riguarda il restauro che lei stessa ha eseguito: una tela del Sacro Cuore. Questo ha comportato tutta una prima parte sulla storia del culto e sull’iconografia del Sacro Cuore, oltre che l’attribuzione del quadro in questione. La seconda parte è molto tecnica sul restauro. Oggi quindi festa di laurea di Marta e domani festa di matrimonio di Caterina, la sorella.

giovedì 9 settembre 2010

Camino nel sole

Cammino
nel sole
del tramonto
affocato.
M’accende con
l’ultimo bagliore.
Di luce e di calore
rosseggi la notte.

mercoledì 8 settembre 2010

Un Capitolo generale per la Conversione

In un grande clima di gioia questa mattina è iniziato il Capitolo Generale degli Oblati di Maria Immacolata. Ai piedi dell’altare la grande croce oblata e l’originale della prima regola del Fondatore. Il Capitolo ha come tema nientemeno che la conversione! Ma non la conversione dei “pagani”, come si pensava una volta, ma proprio la nostra conversione, la piena conversione degli Oblati a Gesù!

Domenica scorsa, vedendo la lunga schiera degli Oblati della mia comunità che si dirigeva verso l’altare per la Messa, mi è venuto in mente uno dei possibili significati della parola con-versione: convergere insieme verso la stessa direzione. Forse anche questo è un aspetto della conversione: dirigersi insieme verso Dio, avere una meta comune e condivisa e andare dritti verso ciò che solo vale.

La proposta di Antonio Spadaro

Perché non montassi in superbia, nell’articolo di cui ho riferito ieri nel blog, Ravasi invita la Gelmini a cooptare non soltanto me, ma “anche il più sofisticato e coltissimo gesuita della rivista La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro". Questo sì che è un buon suggerimento! Auguri Antonio!

martedì 7 settembre 2010

Ravasi manda a dire alla Gelmini

Sul Domenicale de “Il Sole 24 ore” di domenica scosa 4 settembre, sotto un titolo indovinato: “A corto di idee? Leggi la Bibbia”, Ravasi ha recensito il mio libro “La storia di Dio e la mia”, definito “un libro che si legge con gusto e godimento”. Termina con un invito: “Alla commissione del ministero dell’Istruzione suggerirei di cooptare questo teologo…”.

lunedì 6 settembre 2010

Pregare

“Pregare non è tanto ottenere quanto diventare” (Kierkegaard, Diario)

Barbecue internazionale

Oggi, ultima domenica prima dell’inizio del Capitolo generale degli Oblati, la comunità ha voluto salutare il superiore generale e il suo consiglio. Ho così potuto godere di una messa solenne e festosa nella nostra cappella, concelebrata da tutti i membri della comunità. Poi il barbecue nel parco con una gioia incontenibile. Ho ricevuto in dono una bellissima comunità. A sera cambio di scena: arrivano i Filippini. Oltre alla comunità oblata in casa vi è infatti anche una piccola comunità di cinque suore filippine, che lavorano nel segretariato, nell’archivio e nell’amministrazione. È quindi naturale che di tanto in tanto accolgano le famiglie dei loro connazionali, così numerosi a Roma.

sabato 4 settembre 2010

Senza passato non c’è futuro

Ho iniziato a prendere visione degli archivi della casa generalizia. Più di 200 anni di documenti che raccontano la storia degli Oblati. Carte e carte e carte e altro tipo di documentazione che nascondono una vita. Il mio nuovo “ufficio” è infatti quello di Direttore delle ricerche e degli studi oblati.
Un'intera generazione di Oblati ha contribuito intensamente a creare un ricco patrimonio di conoscenze del nostro Fondatore e degli Oblati su temi legati alla vita della Congregazione, alla sua storia, al suo carisma e alla spiritualità, alla missione.
Nel prossimo futuro in gran parte dell'Europa e del Nord America ci saranno sempre meno persone che si dedicheranno a queste ricerche. Ci sarà bisogno di una nuova generazione di studiosi e di ricercatori, soprattutto in Asia, Africa e Sud America, per creare nuove e rinnovate espressioni della missione oblata in una Chiesa postconciliare, in dialogo con le nostre origini, il nostro carisma e il nostro Fondatore.
Per questo la necessità di un servizio che coordini le diverse iniziative di studio e di ricerca già esistenti e promuova la collaborazione e l'interscambio nel mondo globalizzato degli Oblati. Ci sono poi tanti istituti secolari e religiosi, come pure tanti laici, che hanno le loro radici nel carisma oblato; anche quelli occorrerà coinvolgere in un progetto comune.
Senza questo costante contatto con le fonti e senza una continua ricerca di come alimentarsene nel presente, si corre il rischio di perdere la propria identità e quindi l’incidenza carismatica nella vita della Chiesa.

Questo lo sguardo sul futuro… per intanto ecco lo sguardo che ho adesso dalla finestra della mia stanza!

giovedì 2 settembre 2010

Duc in altum

Ieri è iniziata la mia nuova avventura. Dopo quarant’anni ho cambiato comunità: da Frascati a Roma! Vent’anni nella formazione, vent’anni al centro dei religiosi… e quanti anni qua? La terrazza della casa è il punto più alto della città, secondo soltanto alla cupola di san Pietro, che tocco con un dito. Eppure la casa non si nota perché completamente circondata da un parco di altissimi pini. Una cinquantina i componenti la comunità, di cui ben sei italiani; io sono il settimo! Le provenienze sono da tutto il mondo e la lingua comune l’inglese.

Questa mattina, dopo la prima notte romana, Gesù nel Vangelo mi ha detto: “Duc in altum”, invitandomi ad una nuova sequela. Proprio una nuova avventura.