martedì 14 settembre 2010

Il compimento della legge


Viaggiando per il mondo, apprezzo sempre più le piccole icone che permettono una comprensione immediata di luoghi e situazioni. Se sulle due porte delle toilette vedi scritto “Uomini” e “Donne”, sai subito da che parte andare, anche se è scritto in inglese o in tedesco. Ma se la scritta è in arabo o in ungherese resti lì perplesso, aspettando di vedere chi entra o chi esce da quella porta. Quando invece trovi la piccola figura di un uomo o di una donna, è tutto più semplice, anche un analfabeta capisce.

Recentemente, trovandomi su una metropolitana all’estero, mi sono reso conto di quanto davvero fosse comprensibile, anche a me che non conoscevo la lingua, l’ideogramma di un vecchio col bastone o di una gestante. Eppure, su quei posti riservati, erano seduti tranquillamente dei giovani, mentre anziani e donne incinte stavano in piedi.
Possibile che ci sia bisogno di un segnale, di promulgare una “legge”, per dire di cedere il posto a chi più ne ha bisogno? Non dovrebbe essere un gesto spontaneo, gratuito?

Per contro sento una bambina, Maria Clara, che racconta: «Una signora aveva un sacco di buste in mano, io stavo passando di corsa e l'ho vista. Mi sono fermata e ho pensato: "Se io non l'aiuto, non aiuto Gesù che è nel cuore di questa signora e se io l'aiuto, aiuto Gesù". Le ho chiesto se voleva un aiuto e lei ha detto di sì, così ho portato le buste dove si dovevano portare. Dopo ho sentito una voce nel mio cuore. Era la voce di Gesù che mi ha detto: "Tu hai fatto la cosa giusta: Amare Gesù"». Maria Clara non ha visto un cartellino, non ha letto – forse ancora non sa leggere – la norma che impone di “aiutare signora con borsa”. La “legge” ce l’aveva dentro, quella che l’apostolo Paolo chiama “la legge di Cristo”, l’amore: «Pieno compimento della legge è l’amore», come scrive ai cristiani di Roma. Ciò che ha mosso ad agire nella direzione giusta la bambina è stata la legge interiore dell’amore.

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