La mia prima passeggiata romana… da romano! Una mattinata mite, moderatamente soleggiata. In otto minuti sono alle mura vaticane che raccolgono il più piccolo stato del mondo, neppure mezzo chilometro quadrato, 140 volte più piccolo della Repubblica di san Marino. Le costeggio fino alla piazza san Pietro fermandomi a bere a una delle innumerevoli fontane. Mi siedo al centro della piazza e per la prima volta leggo per intero per scritte sul basamento dell’obelisco. Poi lo sguardo sale su su, fino alla cima, dove campeggia la croce di Cristo. Non avevo mai visto con tanta calma la solennità del monolitico egiziano con le facce lisce, senza geroglifici.
Per 1500 anni era rimasto nello stesso punto, nel circo di Caligola dove Costantino costruì la basilica di san Pietro. Soltanto alle fine del 1500 Sisto V incaricò Domenico Fontana di trasportarla nel centro della piazza. Per farle percorrere un centinaio di metri occorsero quasi sei mesi (comprese le ferie estive!), 800 operai, 140 cavalli, 44 argani. Fu leggenda o verità il grido del marinaio genovese: “Acqua alle corde!”? E se ci volle tanto per spostare l’obelisco di pochi metri, come avrà fatto Augusto a farlo trasportare da Eliopoli ad Alessandria di Egitto e Caligola addirittura a Roma? I Romani erano i Romani!
Fontana sfatò la credenza medievale che nella palla che sormontava l’obelisco ci fossero le ossa di Giulio Cesare e al suo posto mise la croce. Quello che non sapevo è che lassù, a dominare la piazza (il mondo?), con la croce di bronzo, vi sono anche le reliquie della Santa Croce! Ora mi suona in tutto il suo significato la scritta “Christis vincit, Christus regnat…” che leggo sul basamento.
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