giovedì 15 febbraio 2024

Gesù Bambino che cammina per le vie di Dakhla

Sono le 2 di notte quando arrivo a Dakhla. Al risveglio mi aspetta una sorpresa: è qui p. Carlo Andolfi, in Africa da 43 anni, tra Senegal e Guinea Bissau. Una vita passata insieme, anche se geograficamente lontani.

In comunità, assieme a fratel Silvio, p. Stanislas e il diacono Jean-Marie, appena ordinato, ambedue senegalesi.

In chiesa una prima celebrazione della messa con l’imposizione delle ceneri, la seconda questa sera. Alla prima sono presenti soprattutto giovani donne africane, che hanno lavorato tutta la notte nelle industrie ittiche. D’ora in poi quando aprirò una scatola di sardine ricorderò il lavoro massacrante di queste donne… Hanno faticato tutta la notte ma adesso cantano a tutta voce con viva partecipazione alla messa, gioiose. Al termine si fermano davanti alla statua della Madonna, circondata dalle maioliche raffiguranti sant’Eugenio de Mazenod e san Carlo de Foucauld, accendono un limino, pregano in silenzio, qualcuna in ginocchio, non prima di essersi tolta le ciabatte. Mi pare un’ottima coincidenza la festa di san Valentino con il giorno delle ceneri! La scena di queste donne innamorate mi ricorda che la Quaresima è un inno alla vita.

Cammino lungo l’oceano e per le strade della città per cominciare a entrare in questo mondo. In una regione desertica come questa gli spazi non sono al risparmio: rettilinei a sei corsie lanciati all’infinito, con amplissimi marciapiedi pavimentati di marmo, giardini sono tenuti con cura, a cominciare da quelli attorno alla residenza degli Oblati e alla chiesa, piazze a perdita d’occhio... Il Magreb mi si dona lentamente: la foggia degli abiti, il mercato alimentare – autentico suk – tenuto come una gioielleria, i negozi rigurgitanti di tutto un po’, i tavolini sulla strada con gli uomini seduti attorno ai bicchierini di tè… I manichini con gli abiti femminili non sono siluette come quelle nostre vie del corso, ma con pance preminenti e petti monumentali, come si richiede dalle donne di qui…

Mi incuriosiscono i secchi allineati qua e là sui marciapiedi con dentro vari arnesi per i mestieri di muratore, imbianchino, idraulico, piastrellista… Mi dicono che gli uomini seduti per terra, ognuno con davanti il proprio secchio, aspettano un ingaggio in qualche lavoro.

La meteo annunciava per oggi la pioggia, ma sono due anni che non piove. Difatti le prime nuvole del mattino si dileguano in fretta lasciando il posto ad un sole fortissimo. La costante brezza che sale dall’oceano rende piacevole il clima e a sera fa quasi freddo.

Lungo la passeggiata a mare mi ferma e mi saluta con calore un ivoriano che mi riconosce: era stato a messa al mattino. Al collo porta un laccio con appeso un Gesù Bambino fosforescente! Che sia un segno?






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