È ancora buio. Fuori della porta stazione in permanenza il blindato della polizia per nostra “protezione”. Il poliziotto è solo. Gli altri sono postati ai quattro lati della casa. È il momento della prima preghiera della giornata. Lo vedo prostrarsi a terra, in direzione della Mecca, e fare la sua preghiera.
Poco dopo gli Oblati
si ritrovano nella loro chiesa deserta, recitano le lodi e continuano la
prolungata preghiera silenziosa.
Dio ascolta la
preghiera del musulmano e del cristiano… è Padre di tutti.
Cosa ci fanno qua gli
Oblati?
Hanno dato vita alla Caritas, si prendono cura dei lavoratori cristiani immigrati da tanti Paesi dell’Africa, dei carcerati, seguono il centro dei disabili, sono attivi nel dialogo con i musulmani… Fanno tante cose.
Ma cosa fanno veramente?
La chiesa di Dakhla è un piccolo gioiello architettonico. Quando sono arrivato all’aeroporto, al controllo passaporto avrei dovuto dare l’indirizzo del mio soggiorno. Mi sono trovato in difficoltà perché non l’avevo. Alla fine dopo tanto parlare, l’ufficiale mi ha gridato: Igregia! Come dire: ci voleva tanto a dirmi che sta andando alla chiesa? Non c’è bisogno di indirizzo più preciso. In tutto il Sahara del Marocco ci sono soltanto due parrocchie cristiane, una a Dakhla e una a 500 chilometri più a nord, a Laayoune, le due parrocchie tenute dalla medesima comunità oblata. Ed è un territorio grande come l’Italia.
La chiesa dunque di
Dakhla. Quando sono dentro, tutto il giorno in solitario silenzio, capisco cosa
ci fanno gli Oblati nel Sahara. Semplicemente tengono viva la presenza di Gesù
in questa terra musulmana. Sono la Chiesa! Lo sono giuridicamente, perché p.
Mario è il Prefetto apostolico, quello che qui rappresenta il Papa. Ma lo sono
soprattutto perché tengono viva la presenza di Gesù. Gesù Eucaristia, nel
tabernacolo, Gesù vivo tra loro, Gesù vivo nella piccola comunità cristiana
fatta di poveri lavoratori stranieri… Ma è Gesù vivo! Rendono presente Gesù in
questo grande Paese. “Presenza silenziosa. Una goccia di Vangelo nel mare dell’Islam” come dice p. Carlo.
Che ci faceva Gesù
per trent’anni a Nazaret, in silenzio, insignificante? Era Gesù! 30 anni di
nascondimento contro 3 anni di predicazione. Sono 30 anni! Ha perso tanto tempo a far
niente…? No, a essere Gesù.
Grazie per tenere Gesù in mezzo in questa splendida comunità oblata nel cuore del deserto
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