“A te che ascolti la preghiera viene ogni mortale”.
È il salmo che prego nella hall di attesa all’aeroporto di Dakhla. Vicino, nella sala della preghiera, si susseguono i musulmani che pregano insieme rivolti verso la Mecca. Gli europei che attendono l’imbarco apparentemente non pregano, forse lo fanno in cuor loro come sto facendo io. È comunque bello vedere i fedeli musulmani in preghiera, spontaneamente, insieme, un gruppo dopo l’altro, compresi poliziotti, agenti di dogana, personale di servizio, gente che non si conosce ma si riconosce nella fede comune. “A te che ascolti la preghiera, viene ogni mortale…”. Dio ascolta la preghiera espressa e quella inespressa, quella fatta di parole e quella fatta di silenzio, quella consapevole e quella inconsapevole, quella fatta di desideri, di gemiti, di attese… quella del musulmano, del cristiano, del non credente.
Così si riparte. Come gli uccelli migratori. A migliaia sono allineati sulla spiaggia, tutti orientati verso il nord, attratti da una misteriosa calamita. Attendono l’ordine di partenza, appena si calmerà per un attimo il vento impetuoso. Chi darà il via? Presto prenderanno il volo. Dio ascolta anche la loro preghiera?
Il mio aereo si alza in volo solitario verso Casablanca. Sono poche le partenze e gli arrivi su questo piccolo aeroporto. Tutto attorno si distende la città con le sue sempre nuove basse costruzioni in ocra e rosso mattone. La luna veglia ancora alta nel cielo. Chissà che Dio non ascolti anche la sua preghiera.
E tutto, come attratto da una misteriosa calamita, si orienta verso l’alto: a te viene ogni mortale.
Nessun commento:
Posta un commento