La
prima domenica del mese Roma ha aperto, come al solito, le porte dei musei e di
altri siti. Ho così visitato il Palazzo Senatorio, sede di rappresentanza di
Roma Capitale, che sorge sulle rovine del Tabularium dell’antica Roma.
Si
vedono i resti del tempio di Giove Capitolino e su su le attuali sale di
rappresentanza, compreso l’ufficio della sindaco Raggi, la sala delle bandiere,
l’Aula Capitolare.
L’ultima
sala è la Protomoteca, usata per le cerimonie pubbliche. Da qui si esce sulla
scalinata che porta alla piazza del Campidoglio.
Tante
cose da ammirare d’ordine artistico e storico.
La cosa
che più mi attira è proprio accanto alla porta di uscita: un
finissimo bassorilievo di marmo in commemorazione di Antonio Canova. Mi attira
perché davvero un capolavoro, ma anche per un’altra cosa: è stato commissionato da papa Leone XII, un papa che la storia considera
appena. Il giudizio di Jedin è positivo sulla sua personalità morale: «una
persona austera e pia, semplice e buona, con una forza morale non comune…». Dal
punto di vista del pontificato… «una figura scialba e incapace di dominare gli
avvenimenti».
La
mia deformazione professionale me lo fa tuttavia vedere con gli occhi di sant’Eugenio
de Mazenod, che si vide approvare proprio da lui la Regola degli Oblati. Per lui Leone XII era semplicemente “il
Papa”, al di là dei giudizi storici! Nella prima udienza che gli si
inginocchia davanti e prende con venerazione la penna che egli gli offre per
scrivere gli appunti che gli detta. Invita poi gli Oblati a considerarlo come
benefattore e padre: «O Leone XII! Anche se la Congregazione dovesse rigettare
le nostre regole, sarete sempre il nostro benefattore e il padre della nostra
Società!». Per lui il Papa era il Papa!
Vedo
il bellissimo monumento onorario del Canova scolpito da Giuseppe Fabris, e sono
grato a Leone XII che lo commissionò per commemorare il grande artista.
Il
Papa è sempre il Papa!
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