21 maggio, lunedì dopo Pentecoste: per la prima volta
si celebra la festa liturgica di “Maria Madre della Chiesa”. La celebrazione è nuova,
ma la fede è antica, presente nella coscienza ecclesiale fin dai primi secoli e
cresciuta gradatamente, prima, nei Vangeli, dove Maria appare come la “Madre di
Gesù”, più tardi, con il Concilio di Efeso, che la proclama “Madre di Dio”
Il 21 novembre 1964, alla
chiusura della Terza Sessione del Concilio Vaticano II, Paolo VI la proclamò
«Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei
pastori, che la chiamano Madre amorosissima»; e stabilì che, «con tale titolo
soavissimo d'ora innanzi la Vergine (venisse) ancor più onorata ed invocata da
tutto il popolo cristiano».
Adesso Papa Francesco ha voluto
che fosse istituita e inserita nel Calendario Romano Generale la “Festa della
beata Vergine Maria Madre della Chiesa”.
Perché la madre di Gesù è anche
madre della Chiesa?
Il Decreto della Congregazione
per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che ha stabilito la
celebrazione, invita a riflettere innanzitutto sul Natale di Gesù: Maria dà
alla luce colui che è Capo di quel Corpo di cui i cristiani sono membra, e
rinvia all’insegnamento di sant’Agostino: «Maria è veramente madre delle membra
[di Cristo]… perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa,
i quali di quel capo sono le membra». Gli fa eco il papa Leone Magno, quando
afferma che «la nascita di Cristo è l'inizio del popolo cristiano, e il natale
del Capo è anche il natale del Corpo».
Il Decreto suggerisce poi di
portare l’attenzione su Maria presso la croce quando «accettò il testamento di
amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo
amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice
della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato». Le parole
di Gesù rivolte a Maria: “Donna ecco tuo figlio”, indicandole il discepolo
amato, la costituiscono madre sua e di tutti i discepoli; mentre le parole
rivolte al discepolo: “Ecco tua madre”, invitano il discepolo e tutti noi ad
accoglierla con affetto filiale. Gesù la costituisce veramente Madre della
Chiesa.
Come tale la troviamo poco dopo
nel cenacolo assieme agli apostoli, i discepoli e le donne in attesa della
venuta dello Spirito Santo: è l’inizio della sua missione materna. San Cromazio di Aquileia, commentando questo brano degli
Atti degli Apostoli, scrive: «Si radunò dunque la Chiesa nella stanza al piano
superiore insieme a Maria, la Madre di Gesù, e insieme ai suoi fratelli. Non si
può dunque parlare di Chiesa se non è presente Maria, Madre del Signore… La
Chiesa di Cristo è là dove viene predicata l’Incarnazione di Cristo dalla
Vergine, e, dove predicano gli apostoli, che sono fratelli del Signore, là si
ascolta il Vangelo».
Il motivo
per cui è stato scelto il lunedì dopo la Pentecoste per celebrare la festa di
Maria Madre della Chiesa è dato da questa presenza di Maria nel Cenacolo, che
costituisce anche l’ultima sua apparizione, quasi a consacrarla davanti a tutti
in questa presenza materna.
Se leggiamo
gli Atti degli Apostoli, la presenza di Maria nel cenacolo appare piuttosto
marginale, viene nominata senza affidarle particolare rilievo. Se invece
guardiamo l’iconografia che per secoli ha accompagnato la riflessione e la
preghiera della Chiesa, Maria è collocata sempre al centro, con gli apostoli
che le fanno corona, affidando a lei il primato nella Chiesa nascente. A lei è
riservato “il primo posto”, per usare le parole del Concilio Vaticano II (cf. Lumen gentium 63). Eloquenti anche le
immagini che la ritraggono con il manto dispiegato, che raccoglie sotto di sé
tutti i membri della Chiesa.
Papa
Francesco più che con le parole spiega questa festa con i gesti, come quando
prima di ogni viaggio passa dalla basilica di santa Maria Maggiore per affidarsi
alla Madre, e al ritorno va di nuovo a trovarla per ringraziarla. La preghiera
con la quale conclude la sua enciclica programmatica, Evangelii gaudium, lascia intuire quanto le dice quando va dalla
Madre e a lei si rivolge: «Tu, Vergine
dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze
eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai
si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno».
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