domenica 20 maggio 2018

Per la prima volta la festa di Maria Madre della Chiesa



21 maggio, lunedì dopo Pentecoste: per la prima volta si celebra la festa liturgica di “Maria Madre della Chiesa”. La celebrazione è nuova, ma la fede è antica, presente nella coscienza ecclesiale fin dai primi secoli e cresciuta gradatamente, prima, nei Vangeli, dove Maria appare come la “Madre di Gesù”, più tardi, con il Concilio di Efeso, che la proclama “Madre di Dio”
Il 21 novembre 1964, alla chiusura della Terza Sessione del Concilio Vaticano II, Paolo VI la proclamò «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei pastori, che la chiamano Madre amorosissima»; e stabilì che, «con tale titolo soavissimo d'ora innanzi la Vergine (venisse) ancor più onorata ed invocata da tutto il popolo cristiano».
Adesso Papa Francesco ha voluto che fosse istituita e inserita nel Calendario Romano Generale la “Festa della beata Vergine Maria Madre della Chiesa”.

Perché la madre di Gesù è anche madre della Chiesa?
Il Decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che ha stabilito la celebrazione, invita a riflettere innanzitutto sul Natale di Gesù: Maria dà alla luce colui che è Capo di quel Corpo di cui i cristiani sono membra, e rinvia all’insegnamento di sant’Agostino: «Maria è veramente madre delle membra [di Cristo]… perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra». Gli fa eco il papa Leone Magno, quando afferma che «la nascita di Cristo è l'inizio del popolo cristiano, e il natale del Capo è anche il natale del Corpo».
Il Decreto suggerisce poi di portare l’attenzione su Maria presso la croce quando «accettò il testamento di amore del Figlio suo ed accolse tutti gli uomini, impersonati dal discepolo amato, come figli da rigenerare alla vita divina, divenendo amorosa nutrice della Chiesa che Cristo in croce, emettendo lo Spirito, ha generato». Le parole di Gesù rivolte a Maria: “Donna ecco tuo figlio”, indicandole il discepolo amato, la costituiscono madre sua e di tutti i discepoli; mentre le parole rivolte al discepolo: “Ecco tua madre”, invitano il discepolo e tutti noi ad accoglierla con affetto filiale. Gesù la costituisce veramente Madre della Chiesa.

Come tale la troviamo poco dopo nel cenacolo assieme agli apostoli, i discepoli e le donne in attesa della venuta dello Spirito Santo: è l’inizio della sua missione materna. San Cromazio di Aquileia, commentando questo brano degli Atti degli Apostoli, scrive: «Si radunò dunque la Chiesa nella stanza al piano superiore insieme a Maria, la Madre di Gesù, e insieme ai suoi fratelli. Non si può dunque parlare di Chiesa se non è presente Maria, Madre del Signore… La Chiesa di Cristo è là dove viene predicata l’Incarnazione di Cristo dalla Vergine, e, dove predicano gli apostoli, che sono fratelli del Signore, là si ascolta il Vangelo».
Il motivo per cui è stato scelto il lunedì dopo la Pentecoste per celebrare la festa di Maria Madre della Chiesa è dato da questa presenza di Maria nel Cenacolo, che costituisce anche l’ultima sua apparizione, quasi a consacrarla davanti a tutti in questa presenza materna.

Se leggiamo gli Atti degli Apostoli, la presenza di Maria nel cenacolo appare piuttosto marginale, viene nominata senza affidarle particolare rilievo. Se invece guardiamo l’iconografia che per secoli ha accompagnato la riflessione e la preghiera della Chiesa, Maria è collocata sempre al centro, con gli apostoli che le fanno corona, affidando a lei il primato nella Chiesa nascente. A lei è riservato “il primo posto”, per usare le parole del Concilio Vaticano II (cf. Lumen gentium 63). Eloquenti anche le immagini che la ritraggono con il manto dispiegato, che raccoglie sotto di sé tutti i membri della Chiesa.

Papa Francesco più che con le parole spiega questa festa con i gesti, come quando prima di ogni viaggio passa dalla basilica di santa Maria Maggiore per affidarsi alla Madre, e al ritorno va di nuovo a trovarla per ringraziarla. La preghiera con la quale conclude la sua enciclica programmatica, Evangelii gaudium, lascia intuire quanto le dice quando va dalla Madre e a lei si rivolge: «Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre dell’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno».

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