Nel
1943 Giuseppe De Luca, uno dei più grandi letterati cattolici del Novecento,
scriveva una recensione positiva sull’opera immane della Biblioteca
Missionum, iniziata e continuata dagli
Oblati.
Dopo
cent’anni di gloriosa storia la Bibliotheca
Missionum, poi continuata col nome di Bibliographia
Missionaria, sempre dagli Oblati, lo
scorso anno è stata soppressa. Si chiude così una delle più gloriose opere
degli Oblati.
[…] Questa volta vorrei ricordare che
esiste una Bibliotheca
Missionum, la quale iniziata nel 1916 dal p. Rob.
Streit O.M.I. è giunta nel 1939 col p. Giov. Dindinger al suo XI volume. Opera
meravigliosa, capolavoro autentico di bibliografia scientifica; frutto d’una
ricerca prodigiosa, di una intelligenza che è di pochi, d’uno studio paziente
ed eroico proseguito per decenni, questa Bibliotheca
è oggi una delle glorie della Chiesa, è l’onore degli Oblati di Maria
Immacolata, a cui appartenne lo Streit e appartiene (così appartenga per molti
anni!) il p. Dindinger.
Al p. Streit, morto il 31 luglio 1930, si
deve la prima idea dell’opera. Era suo pensiero che se le Missioni cattoliche
hanno un posto grande nella vita cattolica, il loro studio non può avere un
posto minore negli studi cattolici. Vivendo in Germania, e cioè in luogo dove
non è unica la confessione di fede, egli sentiva che i cattolici non potevano
tollerare d’essere in minorità, paragonati ai protestanti, in questa
disciplina. Ma perché la scienza delle Missioni potesse procedere, la prima
necessità era quella di conoscerne le fonti. Nel Congresso dei cattolici
tedeschi tenutosi a Magonza, si fondò l’11 agosto 1911 l’Institut
für Missionswissenschafliche Forschung e
si approvò la pubblicazione della Bibliotheca.
Il primo volume, datato da Hunfeld bei Fulda il 15 agosto 1916, era di pagine
XII-24-474; conteneva una prefazione sul metodo che si sarebbe seguito, la
descrizione di un certo numero di opere ausiliarie e poi la descrizione di 2078
opere. Questa descrizione è tale, quale può richiederla da un dotto: cioè con
tutti gli elementi necessari allo studio, dati in maniera sicurissima,
solidissima, sostanziale. Al primo volume, che raccoglieva soltanto la
letteratura fondamentale e generale del soggetto, ne seguivano un secondo e un
terzo sulla letteratura delle Missioni d’America; rispettivamente il secondo
nel 1924, di pp. X-28-940; il terzo nel 1927 di pp. XIV-32-1172. Nel secondo
volume erano descritte 2792 opere; nel terzo, ben 3253. Con il quarto volume,
uscito nel 1928, aveva inizio la letteratura delle Missioni d’Asia, che poi è
proseguita sino al volume XI uscito nel 1939. Il sesto volume, del 1931, già
portava nel titolo che la Bibliotheca
Missionum, iniziata dal p. Roberto Streit, ora
veniva proseguita e portata a compimento dal p. Giovanni Dindinger.
Del p. Dindinger infatti sono opera i
volumi successivi. Egli, sin dal primo volume, aveva aiutato lo Streit, del
quale divenne presto il collaboratore più fidato. Quando nel 1924 Pio XI chiamò
lo Streit a Roma, per sistemare la Biblioteca nella Esposizione Internazionale
Missionaria del 1925, lo Streit avrebbe voluto con sé il Dindinger; ma questi,
che era malato, non poté raggiungerlo nella Città santa se non nel 1926. Da
allora, visse vicino allo Streit la stessa vita di lui; e alla sua morte, gli
successe a dirigere la Biblioteca Missionaria, e al lavoro della Bibliotheca
Mìssionum.
Il Dindinger è un lavoratore formidabile.
Nato ad Heirzichsdorf nella Lorena tedesca l’3 settembre del 1881, egli è
sempre al suo lavoro con una lena giovanile e con una potenza più unica che
rara di risultati. Se tra il 1916 e il 1927 uscirono dalla Bibliotheca
soltanto tre volumi, dal 1928 al 1939 ne sono usciti otto. I manoscritti dei
volumi XII e XIII sono per la massima parte già pronti. Chi riflette che questi
volumi descrivono ciascuno dalle due alle tremila opere, non poche delle quali
rarissime e d’ogni secolo e d’ogni patria, non soltanto europee ma dì tutto il
globo terraqueo; chi pensa che tali descrizioni sono condotte con una
meticolosità scientifica che rasenta lo scrupolo, e con una profondità di
sguardo che è soltanto d’un maestro consumato; chi aggiunge che questi spogli
impongono una attenzione che svaria per tutta la faccia della terra e per un
numero svariatissimo di pubblicazioni, si renderà conto senza nessuna
difficoltà che noi non sacrifichiamo all’enfasi né alla retorica quando diciamo
che il p. Dindinger è un lavoratore eccezionale, ed è uno dei maestri più
venerabili e venerati delle discipline storiche missionarie. L’ho veduto al suo
tavolo di lavoro, quieto, sorridente, forte, non senza ammirazione profonda e
affettuosa invidia. Non è un missionario: ma il suo lavoro, non è in prò delle
Missioni? non è lavoro missionario?
I primi 10 volumi della Bibliotheca Missionum |
Lo Schilling, parlando recentemente di lui
in un articolo, analizzava i criterii dell’opera con parole che non è
necessario che noi riscriviamo di nostro: «Secondo le esigenze della scienza
bibliografica, la Bibliotheca
Missionum non è un semplice catalogo della
letteratura missionaria, ma essa offre anche agli studiosi un chiaro
orientamento circa le singole opere ed il loro contenuto. Il titolo viene, per
quanto è possibile, riportato letteralmente con segni bibliografici che
permettono di ricostruire la composizione del frontespizio. Segue poi, specialmente
per le opere più antiche, una preziosa descrizione del libro la quale rende
possibile farsi un’idea dell’estensione e del contenuto dell’opera. Quando poi
è necessario, segue anche un breve indice delle materie trattate. Quando è questione
di una raccolta di lettere, o altre pubblicazioni del genere, vengono riportati
il nome dello scrittore, la data e la pagina delle lettere o delle singole
opere. Le lettere od opere ricompaiono nuovamente sotto l’anno in cui furono
scritte, e quivi si dà anche una breve notizia biografica dello scrittore che
lavorava come missionario. L’ordine cronologico rende possibile uno sguardo
allo stato della letteratura missionaria di una data epoca». Vede ciascuno di
quale utilità, di quale necessità anzi, siano codesti volumi. Ogni volume ha
infine cinque indici: uno per autori, un altro per persona, un terzo per cose,
un quarto per luoghi e paesi e popoli, un quinto per lingue. Questi indici,
compilati dal Dindinger per i volumi terzo, quarto e quinto. sono opera, dal
volume VI in poi, del p. Rommerskirchen, che è anche egli della stessa famiglia
religiosa ed è l’aiutante
di studio e il collaboratore del Dindinger, e che da qualche anno pubblica, in
fascicoli annuali, la Bibliografia
Missionaria dove anno per anno è raccolto
quanto nell’anno è uscito sul tema, sui moltissimi temi delle Missioni
cattoliche.
Questo, in poche parole, lo spettacolo
dell’opera che abbiamo preso a descrivere. Ma non basta. Occorre riflettere che
se è una biblioteca delle missioni, naturalmente non interessa soltanto le
missioni. I due volumi sull’America, ad es., contengono molta storia americana.
I volumi IV-XI sull’Asia contengono una bibliografia poderosa di quasi tutti i
popoli asiatici. In realtà, lo Streit e il Dindinger non si sono limitati a
dare soltanto la bibliografia tipicamente missionaria, e cioè dell’opera
strettamente missionaria. Di un uomo, di un religioso che fu missionario danno
tutto ciò che egli scrisse, tutto ciò che di lui ci rimane edito o inedito. Molti Ordini religiosi
sono dunque interessati a questa Bibliotheca; molti istituti di studio; molte
nazioni; in una parola, vi è interessata l’umanità.
Torniamo a dire, non esageriamo. Se c’è
storia che maggiormente muove e commuove il cuore degli uomini, è la storia di
tante anime generose, di tante opere eroiche, per riunire gli uomini nel segno
d’una sola figliolanza, la figliolanza di Dio. Non v’è qui nessuna distinzione,
tra uomo e uomo. Tutti egualmente figli di Dio, e perciò fratelli. Aver
raccolto, dovunque si poteva, anche la minima traccia di questa meravigliosa
epopea degli ultimi secoli cattolici è degno d’un cuore cristiano assai vasto,
d’una mente assai alta. Siamo perciò tanto grati alla memoria di Roberto
Streit; perciò vogliamo molto bene al p. Giovanni Dindinger. Ci hanno aperto la
strada, le mille strade, perché ogni nazione, ogni famiglia religiosa possa
studiare l’opera de’ suoi figli nelle missioni.
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