mercoledì 9 maggio 2018

Bibliotheca Missionum: “Una delle glorie della Chiesa e l’onore degli Oblati”


Nel 1943 Giuseppe De Luca, uno dei più grandi letterati cattolici del Novecento, scriveva una recensione positiva sull’opera immane della Biblioteca Missionum, iniziata e continuata dagli Oblati.
Dopo cent’anni di gloriosa storia la Bibliotheca Missionum, poi continuata col nome di Bibliographia Missionaria, sempre dagli Oblati, lo scorso anno è stata soppressa. Si chiude così una delle più gloriose opere degli Oblati.

[…] Questa volta vorrei ricordare che esiste una Bibliotheca Missionum, la quale iniziata nel 1916 dal p. Rob. Streit O.M.I. è giunta nel 1939 col p. Giov. Dindinger al suo XI volume. Opera meravigliosa, capolavoro autentico di bibliografia scientifica; frutto d’una ricerca prodigiosa, di una intelligenza che è di pochi, d’uno studio paziente ed eroico proseguito per decenni, questa Bibliotheca è oggi una delle glorie della Chiesa, è l’onore degli Oblati di Maria Immacolata, a cui appartenne lo Streit e appartiene (così appartenga per molti anni!) il p. Dindinger.

Al p. Streit, morto il 31 luglio 1930, si deve la prima idea dell’opera. Era suo pensiero che se le Missioni cattoliche hanno un posto grande nella vita cattolica, il loro studio non può avere un posto minore negli studi cattolici. Vivendo in Germania, e cioè in luogo dove non è unica la confessione di fede, egli sentiva che i cattolici non potevano tollerare d’essere in minorità, paragonati ai protestanti, in questa disciplina. Ma perché la scienza delle Missioni potesse procedere, la prima necessità era quella di conoscerne le fonti. Nel Congresso dei cattolici tedeschi tenutosi a Magonza, si fondò l’11 agosto 1911 l’Institut für Missionswissenschafliche Forschung e si approvò la pubblicazione della Bibliotheca. Il primo volume, datato da Hunfeld bei Fulda il 15 agosto 1916, era di pagine XII-24-474; conteneva una prefazione sul metodo che si sarebbe seguito, la descrizione di un certo numero di opere ausiliarie e poi la descrizione di 2078 opere. Questa descrizione è tale, quale può richiederla da un dotto: cioè con tutti gli elementi necessari allo studio, dati in maniera sicurissima, solidissima, sostanziale. Al primo volume, che raccoglieva soltanto la letteratura fondamentale e generale del soggetto, ne seguivano un secondo e un terzo sulla letteratura delle Missioni d’America; rispettivamente il secondo nel 1924, di pp. X-28-940; il terzo nel 1927 di pp. XIV-32-1172. Nel secondo volume erano descritte 2792 opere; nel terzo, ben 3253. Con il quarto volume, uscito nel 1928, aveva inizio la letteratura delle Missioni d’Asia, che poi è proseguita sino al volume XI uscito nel 1939. Il sesto volume, del 1931, già portava nel titolo che la Bibliotheca Missionum, iniziata dal p. Roberto Streit, ora veniva proseguita e portata a compimento dal p. Giovanni Dindinger.

Del p. Dindinger infatti sono opera i volumi successivi. Egli, sin dal primo volume, aveva aiutato lo Streit, del quale divenne presto il collaboratore più fidato. Quando nel 1924 Pio XI chiamò lo Streit a Roma, per sistemare la Biblioteca nella Esposizione Internazionale Missionaria del 1925, lo Streit avrebbe voluto con sé il Dindinger; ma questi, che era malato, non poté raggiungerlo nella Città santa se non nel 1926. Da allora, visse vicino allo Streit la stessa vita di lui; e alla sua morte, gli successe a dirigere la Biblioteca Missionaria, e al lavoro della Bibliotheca Mìssionum.

Il Dindinger è un lavoratore formidabile. Nato ad Heirzichsdorf nella Lorena tedesca l’3 settembre del 1881, egli è sempre al suo lavoro con una lena giovanile e con una potenza più unica che rara di risultati. Se tra il 1916 e il 1927 uscirono dalla Bibliotheca soltanto tre volumi, dal 1928 al 1939 ne sono usciti otto. I manoscritti dei volumi XII e XIII sono per la massima parte già pronti. Chi riflette che questi volumi descrivono ciascuno dalle due alle tremila opere, non poche delle quali rarissime e d’ogni secolo e d’ogni patria, non soltanto europee ma dì tutto il globo terraqueo; chi pensa che tali descrizioni sono condotte con una meticolosità scientifica che rasenta lo scrupolo, e con una profondità di sguardo che è soltanto d’un maestro consumato; chi aggiunge che questi spogli impongono una attenzione che svaria per tutta la faccia della terra e per un numero svariatissimo di pubblicazioni, si renderà conto senza nessuna difficoltà che noi non sacrifichiamo all’enfasi né alla retorica quando diciamo che il p. Dindinger è un lavoratore eccezionale, ed è uno dei maestri più venerabili e venerati delle discipline storiche missionarie. L’ho veduto al suo tavolo di lavoro, quieto, sorridente, forte, non senza ammirazione profonda e affettuosa invidia. Non è un missionario: ma il suo lavoro, non è in prò delle Missioni? non è lavoro missionario?

I primi 10 volumi della Bibliotheca Missionum
Lo Schilling, parlando recentemente di lui in un articolo, analizzava i criterii dell’opera con parole che non è necessario che noi riscriviamo di nostro: «Secondo le esigenze della scienza bibliografica, la Bibliotheca Missionum non è un semplice catalogo della letteratura missionaria, ma essa offre anche agli studiosi un chiaro orientamento circa le singole opere ed il loro contenuto. Il titolo viene, per quanto è possibile, riportato letteralmente con segni bibliografici che permettono di ricostruire la composizione del frontespizio. Segue poi, specialmente per le opere più antiche, una preziosa descrizione del libro la quale rende possibile farsi un’idea dell’estensione e del contenuto dell’opera. Quando poi è necessario, segue anche un breve indice delle materie trattate. Quando è questione di una raccolta di lettere, o altre pubblicazioni del genere, vengono riportati il nome dello scrittore, la data e la pagina delle lettere o delle singole opere. Le lettere od opere ricompaiono nuovamente sotto l’anno in cui furono scritte, e quivi si dà anche una breve notizia biografica dello scrittore che lavorava come missionario. L’ordine cronologico rende possibile uno sguardo allo stato della letteratura missionaria di una data epoca». Vede ciascuno di quale utilità, di quale necessità anzi, siano codesti volumi. Ogni volume ha infine cinque indici: uno per autori, un altro per persona, un terzo per cose, un quarto per luoghi e paesi e popoli, un quinto per lingue. Questi indici, compilati dal Dindinger per i volumi terzo, quarto e quinto. sono opera, dal volume VI in poi, del p. Rommerskirchen, che è anche egli della stessa famiglia religiosa ed è l’aiutante di studio e il collaboratore del Dindinger, e che da qualche anno pubblica, in fascicoli annuali, la Bibliografia Missionaria dove anno per anno è raccolto quanto nell’anno è uscito sul tema, sui moltissimi temi delle Missioni cattoliche.

Questo, in poche parole, lo spettacolo dell’opera che abbiamo preso a descrivere. Ma non basta. Occorre riflettere che se è una biblioteca delle missioni, naturalmente non interessa soltanto le missioni. I due volumi sull’America, ad es., contengono molta storia americana. I volumi IV-XI sull’Asia contengono una bibliografia poderosa di quasi tutti i popoli asiatici. In realtà, lo Streit e il Dindinger non si sono limitati a dare soltanto la bibliografia tipicamente missionaria, e cioè dell’opera strettamente missionaria. Di un uomo, di un religioso che fu missionario danno tutto ciò che egli scrisse, tutto ciò che di lui ci rimane edito o inedito. Molti Ordini religiosi sono dunque interessati a questa Bibliotheca; molti istituti di studio; molte nazioni; in una parola, vi è interessata l’umanità.

Torniamo a dire, non esageriamo. Se c’è storia che maggiormente muove e commuove il cuore degli uomini, è la storia di tante anime generose, di tante opere eroiche, per riunire gli uomini nel segno d’una sola figliolanza, la figliolanza di Dio. Non v’è qui nessuna distinzione, tra uomo e uomo. Tutti egualmente figli di Dio, e perciò fratelli. Aver raccolto, dovunque si poteva, anche la minima traccia di questa meravigliosa epopea degli ultimi secoli cattolici è degno d’un cuore cristiano assai vasto, d’una mente assai alta. Siamo perciò tanto grati alla memoria di Roberto Streit; perciò vogliamo molto bene al p. Giovanni Dindinger. Ci hanno aperto la strada, le mille strade, perché ogni nazione, ogni famiglia religiosa possa studiare l’opera de’ suoi figli nelle missioni.






Nessun commento:

Posta un commento