La
stazione è imbandierata con immagini del santo. Davanti alla stazione la statua
del santo, in pianta stabile, in questi giorni è infiorata, mentre il
commissariato di Polizia mostra uno striscione con “La polizia stradale saluta
san Francesco”. A lato un altro striscione con il saluto dei ferrovieri. Da
nessuna parte è scritto Francesco di Paola e nessuno lo chiama così. È
semplicemente san Francesco. Caso mai è l’altro a doversi identificare con
l’appellativo d’Assisi.
La
città è praticamene chiusa al traffico. Da giorni vi si riversano i pellegrini,
da tutta la Calabria, alcuni dopo un giorno e una notte di cammino. Le scuole
sono chiuse. Per molti sono giorni nei quali prendere le ferie. Gli immigrati
tornano, anche da Paesi lontani.
Una
settimana di festeggiamenti, che culminano oggi, festa liturgica, con la
consegna al santo delle chiavi della città da parte del sindaco. Fiera, luna
park…
Per
ieri pomeriggio il giornale annunciava: «Sbarco del Sacro Mantello e ripresa
della processione… Piazza IV Novembre. Messaggio da arte di padre Fabio Ciardi,
Missionario Oblati di Maria Immacolata… Ripresa della processione fino alla
chiesa di Montevergine…».
Invece
c’è stata la benedizione dal cielo. Le mamme dicono ai bambini: “Dio ti
benedica come la pioggia di maggio”. La pioggia di maggio ieri pomeriggio è
venuta giù abbondantissima. Quindi niente barche. Il mantello è stato portato direttamente
nel nuovo santuario.
Quando
arrivo è già gremito, con più di 5.000 persone, i sindaci, le autorità
militari, i carabinieri in alta uniforme che fanno la guardia al mantello, la
reliquia più prestigiosa di san Francesco; quel mantello sul quale attraversò
lo Stretto di Messina.
Il
nuovo santuario, inaugurato nel 2000, è una vastissima sala, costruzione
armoniosa, con mosaici, vetrate, soffitto a volte in legno: un gioiello.
L’altare è un capolavoro d’argenteria, lavorato in Spagna con gli ex voto del
santuario.
I
Minimi mi hanno accolto con grande festa, a cominciare dal superiore generale,
il provinciale, e uno dei miei ex studenti.
Al
termine del vespro cantato, presieduto dall’arcivescovo, lancio il “messaggio”
alla città. Abitualmente il compito è affidato a cardinali o personalità del tipo Salvatore Martinez, Andrea Riccardi... Questa volta devono contentarsi di un povero missionario qualsiasi.
Dovendolpronunciare il discorso nella grande basilica piuttosto che in piazza della città, è risultato più familiare e accolto con grandissima attenzione. Quando, al termine della celebrazione, la massa dei fedeli si è riversata dietro il mantello portato processionalmente nell’antico santuario, molte persone mi hanno salutato e ringraziato, anche con commozione. Che bello parlare con semplicità al cuore delle persone! Sono finito anche sul telegiornale di Rai 3.
Dovendolpronunciare il discorso nella grande basilica piuttosto che in piazza della città, è risultato più familiare e accolto con grandissima attenzione. Quando, al termine della celebrazione, la massa dei fedeli si è riversata dietro il mantello portato processionalmente nell’antico santuario, molte persone mi hanno salutato e ringraziato, anche con commozione. Che bello parlare con semplicità al cuore delle persone! Sono finito anche sul telegiornale di Rai 3.
Questa
mattina, festa del santo, l’ho iniziata con la messa nel monastero di clausura
delle Suore Minime. Sono sei, due spagnole e quattro giovani calabresi.
Subito
dopo nel grande santuario concelebro con l’arcivescovo. L’aula è ancora più gremita
di ieri sera. Il coro è impotente, accompagnato dall’organo, timpani e trombe.
Le autorità, soprattutto quelle militari, sono numerose.
Nonostante
la grande folla la celebrazione è raccolta e partecipata. Alla fine si parte la
processione verso il centro città, scortati da polizia a cavallo, carabinieri
in moto… Nel pomeriggio il mantello giungerà il mare con sessanta cavalieri… a
cavallo!
Nessuna
manifestazione di fanatismo e molta commozione, con canti belli e partecipati.
Non
avrei mai immaginato tanta bellezza e devozione.
Mi sono
preso il tempo per una breve visita ai luoghi delle origini: la prima cella di
Francesco, il primo romitorio, la chiesa antica… il fascino è rimasto intatto,
nell’eloquenza della semplicità e della santità.
Continuano
ad accompagnarmi, con fedeltà, uomini e donne legati agli Oblati, ai quali
qualche anno fa ho dato gli esercizi spirituali. Ovunque vado non sono mai
straniero!
San
Francesco di Paola continua a parlare con le sue massime semplici e penetranti:
- A chi
ama Dio, tutto è possibile.
- Siate
cristiani buoni.
-
Lasciamo fare a Dio.
- Chi
ben fa prega sempre.
-
Amatevi a vicenda e fare tutto in carità.
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