“Perché
cercate tra i morti colui che è vivo – grida l’angelo. Gesù, il Crocifisso, è
risorto, come aveva detto” (cf. Mt 28, 5-7). Gesù stesso appare loro e le
invia a quelli che ora chiama “fratelli” (cf. Mt 28, 10).
Dov’erano
intanto gli Undici? «Erano in lutto e in pianto» (Mc 16, 10), delusi perché non si aspettavano una fine così
ingloriosa del Maestro, e pieni di timore che le autorità si rivoltassero anche
contro di loro. Avevano abbandonato il Signore, lo avevano tradito, rinnegato,
uno di loro si era impiccato.
Gli
avvenimenti di quel primo giorno dopo il sabato si susseguono in maniera
convulsa. Ognuno degli evangelisti li racconta da una prospettiva diversa. È
impossibile ricostruirli in maniera logica e conseguente. Sappiamo che i
discepoli non credono alle donne e che la tomba vuota rimane per loro un fatto
enigmatico. A sera i due discepoli che avevano raggiunto Emmaus e ai quali il
Signore si era manifestato, corrono indietro fino a Gerusalemme «dove trovarono
riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro» (Lc 24, 33). Infine «la sera di quel giorno, il primo della
settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli
per timore dei Giudei, venne Gesù» (Gv
20, 19).
Dove si
trovavano gli Undici mentre avvenivano questi fatti? Forse erano tornati nella
stanza superiore, di nuovo in quel luogo nel quale, appena due giorni prima,
avevano vissuto il momento più alto con il Signore. Il cenacolo diventa il
luogo del Risorto e della sua nuova comunità.
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