mercoledì 14 marzo 2018

Chiara Lubich: tre incontri di luce




Oggi sono 10 anni da quando Chiara Lubich è partita per il cielo.
Ero a Cuba quando il 14 marzo 2008 mi giunse la notizia della sua morte. L’avevo lasciata pochi giorni prima al Policlinico Gemelli. Fu il mio ultimo incontro con lei. La trovai nella penombra della stanza, quasi irriconoscibile per gli ematomi, sfigurata, con flebo e sonde… Parlava con un filo di voce, ma stentavo a comprendere le parole. Dovevo farmi tradurre da chi le stava accanto e l’assisteva. Le chiesi la benedizione per un mio nuovo viaggio a Cuba e in Messico. Mi pregò di salutare tutti e mi assicurò “tutta la mia unità”. Le braccia erano abbandonate sui bordi del letto. Mi abbassai per baciargli la mano, ma lei mi prevenne e con sforzo cercò di alzarla per non farmi chinare: ultimo gesto di attenzione e d’amore. Mi lasciò partire con un “A-rivederci!”, un appuntamento per il Cielo.

Tante gli eventi in questi giorni per ricordare il decimo anniversario. Personalmente ne ho vissuti tre in particolare.



Il primo. Roma, Trinità dei Monti. Sabato, nel suggestivo scenario dell’antico convento dei Minimi costruito dai re di Francia, il nostro consueto incontro con membri di nuove comunità e istituti di vita consacrata. Siamo soltanto una ventina di persone. In compenso il clima di gioia che si accende tra di noi è incandescente. È stato sicuramente il più dell’incontro tenuto tra noi a Trinità dei Monti. La condivisione delle esperienze è profonda. Mirvet, focolarina siro-ortodossa, ci trasmette il pensiero su Maria di alcuni padri della Chiesa, di cui è specialista. La visita ai cicli pittorici del sito si trasforma in un pellegrinaggio di fede e di preghiera. Gioia semplice e contagiosa…



Il secondo. Loppiano. Lunedì lezioni al corso “Svegliate il mondo”. Parlo della Parola di Dio e della preghiera nell’animazione della comunità. Come a Trinità dei Monti anche qui i presenti sono coinvolti nel tema. La Chiesa nasce dalla Parola, la comunità religiosa dalla parola particolare che è il carisma. La Chiesa vive in preghiera e la preghiera comune – “Padre nostro” – fa di tutti uno. Racconto l’esperienza indelebile fatta con la Scuola Abbà sul monte degli ulivi, dove Gesù aveva insegnato il Padre nostro, e leggo quanto Chiara ha scritto in proposito. «E risentii rispondere agli Apostoli che il pregare è dir poche parole, così: Padre nostro… Noi: figli nel figlio nel Padre. E Gesù fianco a noi guarda e ci fa guardare Uno solo: il Padre. Fianco a noi ed in noi: ché attraverso gli occhi suoi guardiamo al Padre… Le nostre anime guardino solo al Padre».



Il terzo: Lucca. Martedì – ieri sera – presentazione del libro di Chiara Parole di Vita. La sala, in piazza Duomo, è prestigiosa. Presente l’arcivescovo, Italo Castellani, un amico di vecchia data, che prende la parola all’inizio parlando del suo rapporto con il Movimento, fin da quando era ragazzo (è cugino di uno dei primi focolarini, Spartaco Lucarini). Presente anche il sindaco, che parla alla fine, commosso per quanto ha vissuto nelle due ore d’incontro. Un centinaio i presenti. Giovanna Porrino mi intervista, ma anch’io intervisto lei. Non è tanto la presentazione di un libro, ma metterci insieme davanti alla realtà della Parola di Dio e all’esperienza di Chiara, donate attraverso la nostra esperienza con lei. Peccato che il tempo corra così veloce. E chi vorrebbe più andare via? Quando ci immergiamo nelle realtà vere e belle tutto sembra trasfigurarsi attorno a noi.


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