Da Bandarawela a Kandy, dal
noviziato allo scolasticato, dove domani parteciperò all’ordinazione di un
giovani Oblato. Un’altra giornata di viaggio nel cuore dello Sri Lanka, tra le
montagne più alte, nei luoghi più belli; la vecchia guida che leggo in questi giorni lo definisce uno dei
paesaggi più belli al mondo. Viene da ringraziare il Creatore: Laudato sii, o
mi Signore, per tutte le sue creature.
La prima metà del viaggio mi porta a
Nuwara Eliya, quella che chiamano la Svizzera dell’Est. Dopo una vita passata
in Svizzera posso dire che è tutta un’altra cosa, due bellezza incomparabili.
La città è a 2000 metri, sotto la più alta montagna dello Sri Lanka, Pidurutalagata,
2754 metri. Era il luogo di villeggiatura degli inglesi quando occupavano il
Paese; continua ad esserlo anche adesso, con gite sul bel lago, campi da golf, escursioni
con i cavalli. Qui i srilankesi possono finalmente sfoggiare un maglione, se
non addirittura una giacca a vento.
Per fare una piccola passeggiata lungo
il lago dobbiamo pagare il biglietto. Da queste parti non c’è l’idea della
passeggiata, si cammina soltanto per muoversi da un posto all’altro, una
passeggiata è quindi un bene di lusso… e bisogna pagarlo.
La strada fino a Nuwara Eliya passa
tra montane che sono un autentico giardino: terrazze lavorate con cura, piantagioni
intense, a piccoli fazzoletti, di verdure, coltivazione di fiori…
Da Nuwara Eliya a Kandy la discesa è
molto graduale e passa tra dirupi, picchi, vallate, cascate, laghi, torrenti e
fiumi... La visione più originale sono le montagne coperte di tè, una scena che
non avevo mai visto. Mi fermo a guardare da vicino le donne che lavorano il
gruppo alla raccolta delle foglie di tè, sotto la sorveglianza degli uomini che
organizzano i lavori. Con i loro costumi tipici riportano indietro di secoli.
Accanto a quella della natura appare
così un’altra bellezza, quella della natura umana. Quante persone ho incontrato
oggi lungo il viaggio, soprattutto ai cigli delle strade: ragazzi con un mazzo
di fiori in mano, tutto il capitale che hanno da vendere; vecchi che chiedono
una foto in cambio di poche rupie; venditori di ortaggi e di frutta con le loro
capannucce di frasche; l’incantatore di cobra; il ristoratore con una pentola
sul fuoco… Un’umanità semplice e povera con la quale preghiamo ogni giorno: “Dacci
oggi il nostro pane quotidiano”. Laudato sii, o mi Signore, per tutte le sue
creature.
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