domenica 18 agosto 2013

Sull'isola di Kyats tra storie e leggende

Rama voleva salvare ad ogni costo la propria sposa e fuggì con lei fino all’estremo sud dell’India. Dovette arrestarsi davanti all’oceano, ma i suoi soldati costruirono un ponte fino all’isola di Ceylon dove Rama e la sua sposa trovarono rifugio, mentre i ponte veniva distrutto. Rimasero soltanto alcuni pilastri, che sono le attuali isolette che formano quello che ancora si chiama il ponte di Rama o il ponte di Adamo. Così gli antichi poemi epici.
Oggi, percorrendo una lunga e stretta strada su una massicciata che alza di un paio di metri appena sul livello del mare dai massi fondali, ho raggiunto la prima di queste isole.  
Ho appena passato un po’ di tempo con 150 di parenti e amici degli Oblati riuniti per il loro regolare incontro. Ho parlato brevemente, mentre chi mi traduceva in tamil ha ampliava lungamente. È un eccellente predicatore e deve aver trasformato le mie povere parole di un discorso eccellente che ha lasciato tutti contenti.
Sull’isola le palme del nord dominano l’intero orizzonte a si spingono fin sulla spiaggia. La terra salmastra consente la sola coltivazione del caffè. Le piccole imbarcazioni e le reti disposte in modo da formare come delle gabbie dove imprigionare i pesci dicono l’arretratezza dei metodi di pesca. Guerra e tsunami hanno dato l’ultimo colpo di grazia a questa povera gente, gran parte ormai immigrata all’estero. Su una piccola spiaggia alcuni bagnanti. Ma qui, come in tanti altri Paesi dell’Asia, non c’è la cultura della spiaggia. Vengono qui per una giornata, come per una scampagnata. Il bagno si fa rigorosamente vestiti e noto che nessuno nuota.
Vicino alla spiaggia il santuario della Madonna del buon cammino, circondati dal palmeti. E qui un’altra storia, di una nave portoghese che incappa nella tempesta. I marinai si affidato alla Madonna e fanno voto di costruire un santuario se lei li salva. Approdano a questa riva e costruiscono una cappella alla Madonna. All’arrivo degli Olandesi calvinisti, la cappella è distrutta e la statua della Madonna sparisce. All’inizio del 1900 una famiglia inizia le ricerche e trova la statua nel pozzo. Si ricostruisce il santuario, che torna ad essere meta di pellegrinaggi. Ora c’è un Oblato famoso, che 25 anni fa è era partito per l’India, per aprire la strada alla Congregazione. Il vescovo di Chennai gli offrì una parrocchia in città, ma lui e il suo compagno risposero che erano missionari, così andarono in una zona di periferia, dove c’erano soltanto cinque famiglia cristiane.
Entro nel santuario. Tutto è essenziale. Non ci sono banchi; ci si siete per terra, secondo l’uso locale. La statua della Madonna è bella e invita a pregare.
I pellegrini, dopo essere stati in chiesa, si siedono a terra sotto gli alberi attorno al santuario e pranzano al sacco. Mi sembra di rivedere scene di una volta dalle nostre parti…
La casa degli Oblati è di una semplicità sconcertante. È la casa di tutti. Mi offrono un pranzo a pranzo di pesce. Siamo immersi nella profonda pace, tra alberi e tutti gli animali da cortile possibile e immaginabili. Un piccolo paradiso terrestre… dopo il peccato, perché i segni del peccato sono troppo visibili nelle distruzioni della guerra delle casette disseminate nella campagna, nella povertà delle persone che vivono attorno… per fortuna c’è la Madonna del buon cammino, alla quale mi affido, come tutti, per il mio santo viaggio.


1 commento:

  1. La statua della Madonna emerge da quel pozzo e ritorna nel suo santuario!I calvinisti non sono stati violenti al punto da distruggerla!! Ora invita alla preghiera i poveri che si recano al santuario e sono confortati nel loro cammino di sofferenze,nel Buon Cammino.

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