Nelle prossime feste mariane, 8 settembre, 7 ottobre, il santuario di Madu
vedrà arrivare ancora migliaia di pellegrini. Ma ogni giorno sono qui a
centinaia. Non ci sono alberghi o grandi strutture recettive. In compenso sono
stati strappati alla giungla grandi spazi dove le persone possono accamparsi.
Vi sono anche schiere di mini appartamenti che si possono prenotare: stanza e
bagno; oppure tettorie adibite a dormitori, bagni comuni… Giungono pullman con
villaggi interi, o pulmini con famiglie numerose. Le auto sono inesistenti come
in quasi tutta l’isola. Rimangono alcuni giorni, bivaccano sotto gli alberi,
cucinano in grandi pentoloni, si recano in preghiera al santuario… Mi immagino
cosa può essere quando le presenze si contano a decine di migliaia. Intanto le
scimmie fanno le matte saltando da un albero all’altro.
Nel periodo della guerra tutta la zona si era trasformata in un
accampamento di rifugiati. In questi tre anni dalla cessazione delle ostilità
ogni luogo è stato ripulito, la casa dei sacerdoti è stata ingrandita (vengono
anche in 40 durante le feste) ed è stata costruita una casa di ritiri dove sto
guidando il ritiro degli Oblati; il sentiero che attraversava la giungla e
giungeva al santuario è diventato una bella strada asfaltata. Ma i segni della
guerra rimangono. Oggi volevo addentrarmi in alcuni sentieri appena segnati
della giungla, ma non mi è stato possibile: i terreni sono ancora minati e ogni
tanto un elefante salta in aria…
Mi aggiro per le stradine polverose attorno al santuario, saluto le
persone. Spesso trovo chi parla italiano: in questo mese di agosto tanti sono
tornati per le vacanze da Milano, Modena, Napoli, Catania e sono arrivati qui con
tutta la famiglia in festoso pellegrinaggio.
Questa mattina ho visto un gruppo di buddisti con il loro bonzo ed è attesa
per oggi la moglie del presidente della repubblica.
Attorno al santuario un caos silenzioso e ordinato: si accendono le candele
comprate all’unico emporio, ci si aggira per i portici, ci si siede per terra a
gruppi per recitare il rosario, si percorre in ginocchio la navata centrale
fino all’altare, si passa dietro l’altare a venerare l’immagine della Madonna
toccando quello che si può toccare, accovacciandosi per terra a leggere il
libretto delle preghiere… tutto è lecito nella casa della Mamma. A me portano
una sedia perché possa recitare con comodità il mio rosario.
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