Uno dei santuari più famosi della città. È cristiano e
insieme buddista, indù e musulmano. Vengono tutti, durante tutta la giornata. È
la chiesa di sant’Antonio da Padova. In fila passano davanti alla sua statua
per toccarne il vetro, portarsi le mani al volto in segno di benedizione,
lasciare una ghirlanda di fiori, accendere una candela. Davanti al Santissimo
solennemente esposto le donne stanno sedute per terra e cantano ognuna
sommessamente leggendo dai loro libri di devozione. Lungo la chiesa i fedeli
sono sparsi tra i banchi: chi è inginocchiato, chi con le braccia alzate, chi
prostrato… nel più religioso raccoglimento. Nei locali attorno alla chiesa la
mensa per i poveri e innumerevoli altre attività. Lungo la strada decine e
decina di negozi che vengono ghirlande di fiori e mille oggetti di devozione.
Più avanti un tempio indù, poi una grande edicola con il Buddha, e per il resto
il traffico caotico, la povertà in mostra, la polvere, lo smog, i panni a
distendere e le palme che spuntano dietro ogni muro, gli autobus cittadini che
reggono l’anima coi denti e i pezzi con il filo di ferro e con lo spago.
La prima mattinata a Colombo dilata e fa stringere il cuore…
Visito la casa degli Oblati anziani e ammalati, ammantata di
verde e immersa in un clima di serenità. Accanto il seminario minore degli
Oblati, con una settantina di ragazzi del liceo. Poi una parrocchia, sempre
degli Oblati, la Madonna di Fatima, attorniata da grandi opere: il centro
culturale e sociale fondato dal celebre padre Balasuria, il centro direzionale
dell’associazione educativa dei bambini sparsa per tutto lo Sri Lanka, il
centro multimediale, l’ambulatorio per i poveri…
Al ritorno è già ora di pranzo: lo si sente dal forte odore
di cibo speziato che straborda nelle strade.
A sera, nella grande chiesa dedicata a san Lorenzo e tenuta
dagli Oblati, festa patronale. Luci, processione, il vescovo, una trentina di
Oblati della città. È bello vedere come la gente partecipa, canta.
Quando torniamo il traffico è quasi scomparso. Gli autobus
terminano il servizio alle 20. Le strade sono ormai dominio incontrastato dei
taxi-tricicli. Dalle case traspare qualche timida essenziale illuminazione.
Colombo by night è silenziosa e addormentata.
La città inizia a diventarmi familiare.
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