venerdì 30 agosto 2013

Mannar, terra di martiri

 Il santuario di Manhu si trova nella diocesi di Mannar, piccola città sul mare dove nel 1847, durante il viaggio per raggiungere Jaffna, prima sede degli Oblati in Sri Lanka, fu lasciato da solo p. Ciamin perché prendesse in mano il lavoro pastorale tra i pescatori senza più missionari, morto da poco.
È proprio qui, a Mannar, che è iniziata la Chiesa dello Sri Lanka, con gli inizi che caratterizzano ogni nuova Chiesa: il martirio. I Francescani erano già arrivati a Colombo, ma è stato a Mannar che la prima Chiesa srilankese ha conosciuto il battesimo del sangue.
Una leggenda racconta che il cristianesimo sarebbe stato portato nello Sri Lanka da uno dei Magi, Mechiorre. Un’altra che fu portato dall’Eunuco della regina di Candace, dopo essere stato battezzato, come raccontano gli Atti degli Apostoli, dal diacono Filippo; sarebbe sua la grande impronta del piede lasciata nella roccia sul Picco di Adamo (e non di Buddha, come dicono i buddisti; e non di Shiva, come dicono gli indù; e non di Adamo, come dicono i musulmani…).

Al di là delle leggende il cristianesimo arrivò nel nord dello Sri Lanka, in una delle sue piccole isole, Mannar appunto, i cui abitanti, conosciute le gesta di san Francesco Saverio, gli scrissero di venire anche da loro ad annunciare la nuova religione. Il santo mandò uno dei suoi sacerdoti, nell’ottobre-novembre 1544. Due mesi più tardi il re di Jaffna inviò i suoi soldati con l’ordine di uccidere tutti coloro che si fossero dichiarati cristiani. Come al tempo dei primi tempi della Chiesa, nessuno dei nuovi cristiani rinnegò la fede appena ricevuta: in un solo giorno furono massacrate dalle sei alle settecento persone. L’anno successivo passò di lì san Francesco Saverio a confermare i cristiani nella loro fede.
Anche la missione degli Oblati è nata dal sangue dei suoi “martiri”. Nei primi anni ne morirono sette, tutti giovani, al punto da far gridare, al superiore della missione, padre Semeria: “Dio mio, Dio mio perché ci hai abbandonato! Povera missione del Ceylon! Se solo sapessi quante lacrime ci sei costata! Sette di noi, che non hanno tenuto conto dei più duri sacrifici, sono appena stati immolati per la tua salvezza. Lascia che almeno siano i tuoi intercessori davanti a Dio”.


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