Nella luce incerta del primo mattino
Dubai appare come un miraggio. Vi atterro per la prima volta. Mi fa impressione
vedere che vi sono soltanto aerei della compagnia degli Emirati. Una sguardo
rapido all’aeroporto vasto e moderno, come lo è tutta la città, nata dal nulla
appena pochi anni fa. Ho poco tempo per il cambio di volo, ma l’attraversamento
dell’interminabile zona commerciale del duty free dà già l’idea del suk arabo.
Alla partenza da Roma, al banco
dell’accettazione, mi avevano informato di una offerta speciale: per appena 400
euro si poteva passare dalla classe economica a quella business. Ho ringraziato
e ho declinato l’offerta a favore di altri eventuali passeggeri…
Dopo nove ore complessive di volo
eccomi arrivati a Colombo. Il benvenuto all’aeroporto lo dà una grande statua
del Buddha. Mi immagino l’effetto che farebbe a Fiumicino trovare una grande
statua del Sacro Cuore… Ad attendermi non una persona che il solito cartello
con il mio nome - si perderebbe tra le decine e decine di cartelli che si
agitano all’arrivo dei passeggeri -, ma un inconfondibile giovanissimo Oblato,
con la sua bella veste bianca, la fascia nera e la grande croce appesa al
collo.
All’uscita dall’aeroporto la botta
di calore tipica di ogni Paese tropicale, come sbattessi contro un muro. E
subito l’impatto con i taxi-tricicli, i bordi delle strade polverosi, negozi e botteghe
di lavoro sulla strada, le palme di cocco, le donne con gli ombrelli per
ripararsi dal sole… lo stesso come fossi nelle Filippine, o in India, o in
Madagascar. I Tropici sono ovunque i Tropici, un mondo colorato, vivace, che sa
sopravvivere. Soltanto quando si giunge in luoghi come questi ci si rende conto
del livello di vita che abbiamo in Occidente.
Il canto che giunge dalle moschee mi ricorda che oggi è la
festa della fine del digiuno del Ramadan, il
momento più sacro per i musulmani. Papa Francesco ha firmato in prima persona il
messaggio augurale, nel desiderio di promuovere il «mutuo rispetto attraverso
l'educazione», sottolineare l'importanza «del rispetto reciproco sempre, non
solo in presenza dell'altro» e la priorità «del dialogo e della cooperazione
tra credenti, in particolare tra cristiani e musulmani» che «va sempre
rafforzata». «Dobbiamo formare i nostri giovani – ha scritto ancora il papa – a
pensare e parlare in modo rispettoso delle altre religioni e dei loro seguaci,
evitando di mettere in ridicolo o denigrare le loro convinzioni e pratiche.
Sappiamo tutti che il mutuo rispetto è fondamentale in ogni relazione umana,
specialmente tra persone che professano una credenza religiosa. È così che può
crescere un'amicizia sincera e duratura».apa
Siamo partiti per il tuo viaggio e ci porti con te come sempre !! il tuo commento alle parole del papa rivolte al mondo musulmano sono un vero balsamo perchè in alcuni ambienti cattolici sono state molto travisate e snaturate del loro valore profondo.Buon viaggio,apa .Pierangela di Torino
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