Giacarta, 9 giugno 2024
Ieri sera, nella nostra parrocchia dell’Immacolata, grande
festa: 28 anni di sacerdozio del parroco, p. Bono. Qua non si aspettano i 25 o
i 50 anni, ogni anno anniversario val bene una festa. Per l’occasione il lancio
del 25° libro di p. Bono, scrittore fecondo; credo siano il frutto delle sue
conversazioni quotidiane sul canale you tube della parrocchia.
Segue la festa: orchestra comporta da persone anziani che
suonano strumenti tradizionali in canna di bambù; seguono i bambini con canti e
danze; infine il buffet offerto dalle signore della parrocchia. Un modo per
stare tutti insieme, rinsaldare le amicizie, sentirsi parte di un corpo…
Questa mattina partecipo a una delle messe domenicali. La
chiesa comincia a riempirsi un’ora prima dell’inizio della celebrazione,
occasione per pregare un po’ in silenzio. Un servizio d’ordine impeccabile,
garantito da una quindicina di persone, fa accoglienza e dirige ai diversi
posti: 3.000 i partecipanti! Siamo nell’Asia dell’Est, dove sono abituati
all’ordine: basta vedere come parcheggiano auto e moto nei piazzali attorno
alla chiesa!
10 chierichetti. 20 ragazzine, vestite di bianco con fascia
e fermacapelli verde (il colore liturgico, che cambia di volta in volta!),
ognuna con una lanterna, guida i 20 ministri dell’Eucaristia (anche loro in
bianco e stole verdi) a distribuire la comunione non soltanto in chiesa, ma
anche sulla balconata, negli atrii, nella sala sottostante, dove quanti non riescono
ad entrare in chiesa sono collegati attraverso gli schermi…
Mi colpisce la partecipazione attiva, il dialogo durante
l’omelia. Tra l’altro non ho mai ricevuto un applauso così oceanico come questa
mattina…
Finita la messa gli incontri continuano negli atrii… e le
foto! Mai avuto così tante foto: la benedizione e la foto, la benedizione e la
foto…
Nel pomeriggio visita alla cattedrale, dove non ci fanno
entrare. In compenso, davanti alla cattedrale c’è la più grande moschea del sud
est asiatico e qui siamo accolti con festa e guidati nella visita, che ci fa
trovare accanto a tante famiglie che stanno in moschea come fosse casa loro – e
lo è – pregando, leggendo, conversando. Infine un santuario mariano appena
inaugurato… Siamo costantemente accompagnati da un gruppo di parrocchiani che
si fanno in quattro per noi, ci offrono il caffè, la cena…
Ripenso alla mattinata passata nella nostra parrocchia. Non ho avuto il tempo di visitare l’altra parrocchia poco lontano. Sono orgoglioso del lavoro degli Oblati e di come hanno coinvolto la loro gente, tutta molto attiva, accogliente... 200-300 conversioni all’anno! Hanno una piccola banca per aiutare le famiglie più bisognose, sostengono 200 studenti che vengono dalle regioni remote, coltivano una forte identità cristiana in un mondo dominato da tante religioni, sostengono le missioni oblate nel Kalimantan e la formazione dei nostri giovani, vivono una liturgia partecipata e creativa, sono lontanissimi, non soltanto geograficamente, dalle beghe vaticane…
A volte noi a Roma pensiamo di essere il cuore della cristianità, ma il cuore è dove c’è vita e qui mi sembra ce ne sia tanta: una Chiesa giovane, viva, dinamica. Ringraziamo Dio!
Nessun commento:
Posta un commento