Questa sera a Marino grande celebrazione: gli 80 anni di partenza per il cielo di p. Armando Messuri. Presenti tanti Oblati giovani e meno giovani, la nipote, gli amici… Davvero una festa come p. Armando si meritava.
Qualche giorno fa ho scritto
che gli ultimi anni della sua vita passati a Marino sono stato risolutivi per
la sua santità. Dicevo che a farlo santo sono stati i bisogni della gente in
quegli anni terribili della guerra, davanti ai quali si è donato senza
risparmiarsi.
Preparando la mia conferenza
mi pare ci sia stato un altro elemento determinante, la malattia. Dopo pochi
mesi dal suo arrivo a Marino una grave polmonite mette infatti in pericolo la
sua vita. Si alza un coro di preghiere a Oné di Fonte e a Marino. La guarigione
meraviglia i dottori, come scrive lui stesso in convalescenza: «Mi trovo a via
dei Prefetti non in piene forze ma ristabilito. Ho meravigliato i dottori e gli
inservienti della clinica per la mia rapida guarigione. Mi dicono di
costituzione forte per aver potuto superare così rapidamente una polmonite
tanto grave».
Chissà cos’è avvenuto
durante quella malattia. Fatto sta che qualcosa in lui cambia e ne è ben
consapevole. Ancora convalescente scrive infatti: «Se tutto prosegue bene,
posso ringraziare veramente il Signore, e sarà certo un principio di nuova vita
perché mi vedo circondato da tante cure da parte di tutti, specialmente dai superiori
che con volto lieto mi rivedono a casa».
P. Messuri sente che la malattia segnerà “un principio di vita nuova”. Lo ripeterò con altre parole anche subito dopo: «Nel morale ho guadagnato infinitamente di più». Il 25 ottobre 1936, tornato a Marino, scrive alla sorella Antonietta: «Senza una buona lezione sarei rimasto sempre misero come prima». Ancora da Marino il 28 ottobre: «E poi quei giorni di sofferenza fisica hanno fatto del bene alla mia anima».
P. Armando è sempre tanto
discreto sulla sua vita interiore, parla così poco di sé, eppure torna più
volte su questo pensiero. Che davvero la malattia sia stata un particolare
momento di grazie per lui? Di fatto dopo quella malattia p. Messuri non è più
lui, è un altro.
Un suo compagno di
scolasticato andò una volta a trovarlo a Marino: «Lo trovai molto cambiato:
allegro, loquace, desideroso di farmi conoscere i suoi lavori presso le Suore e
in Parrocchia...».
Dio si serve anche della
malattia…
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