Giacarta,
3 giugno 2024
8
ore di volo mi portano da Doha a Giacarta. Le solite pratiche, ritiro bagagli,
compilazione di moduli, dogana, tutto rigorosamente col telefono portatile, on
line… All’uscita dall’aeroporto ecco il “boato di calore”, come direbbe p.
Novo, acuito dall’abbraccio “caloroso” di p. Peter.
E
sono nel traffico della città. Lungo le strade le bancherelle con il cibo della
sera e gli affari più immaginabili. Una città simile a tante altre città dei
tropici; mi ricorda Manila.
Giungiamo
alla parrocchia degli Oblati, una delle due in città. Ed è subito sera… E qui
la sera scenda rapida. Celebro la messa nella cappellina della comunità
accompagnato dal canto delle moschee d’intorno. La novità è che la moschea
accanto diffonde il canto di una bambina! Non mi era mai capitato di sentire
una voce bambina cantare il Corano. Poi si affianca quella maschile e
cantilenano insieme, fino a quando l’imam continua da solo, a lungo…
Dopo
cena un breve sguardo al complesso della parrocchia. Non avrei mai immaginato
un’opera del genere. Nel piazzale retrostante c’è un parcheggio capace di
centinaio di macchine; è quasi pieno. Davanti quello per le moto, numerose
anche queste. Strano, è lunedì sera. Nel parco la via crucis e una bella cappella
all’aperto della Madonna. Qualcuno prega… Sempre a pian terreno la cappella
feriale. Poi gli uffici, una ventina, per tutte le attività e tutti i gruppi
possibili immaginabili: Legio Mariae, gruppo biblico, gruppo di non so quale
preghiera, gruppo matrimoniale, gruppo assistenza ai poveri… le cucine, gli
ambienti per i poveri… Fuori, all’ingresso, i cartelloni con le varie
indicazioni e in un atrio un grande schermo proietta i video con le attività
della parrocchia. Uffici aperti di lunedì, a sera… In un ufficio quattro
ragazzi stanno lavorando per preparare la fine dell’anno dei giovani della
parrocchia quando, più di 400 giovani, andranno insieme per due giorni insieme
da qualche parte...
Primo
piano: ancora ampi atrii, una bella gradinata con una grande statua della
Madonna che riproduce quella del Fondatore alla casa generalizia, la cappella
dell’adorazione (dalle scarpe davanti alla porta dovrebbero esserci parecchie
persone), le sale per gli incontri, piccole, grandi… Quella da 800 posti si sta
riempiendo: stasera c’è l’incontro del Rinnovamento…
Secondo
piano la grande chiesa, con più di mille posti. Le vetrate raccontano la storia
di Maria, da una parte, quella di Gesù dall’altra… Sabato scorso c’è stata la
prima comunione di 250 bambini.
Come
hanno fatto gli Oblati a costruire un complesso così? Sembra un grande
villaggio. E come fanno a gestirlo. In comunità sono soltanto due, con un
giovane prenovizio. Stasera non li vedo: uno è all’ospedale con gli ammalati,
un altro chissà dove. In compenso hanno tante persone che lavorano
nell’animazione della parrocchia.
I
responsabili dei diversi gruppi oblati si sono dati appuntamento per
incontrarmi… e sono appena arrivato! Uno per ogni gruppo: quello tradizionale
dell’AMMI, quello di aiuto alle missioni in Indonesia (vanno nei diversi
luoghi: 3 ore di volo per arrivare in Kalimantan), quello della preghiera,
quello degli aiuti finanziari… Mi raccontano, mi fanno raccontare… Titi, una
mamma con quattro bambini, attivissima nei mezzi di comunicazione (ha scritto
anche un articolo per “Oblatio”) ha già mandato a tutti un breve resoconto.
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