Già, ma che ci faccio
una settimana qua sul Celio dai Passionisti?
Sto guidando il
ritiro a un bel gruppetto di persone:
Il tema? Uno dei
soliti: Il Cenacolo.
Con i Dodici siamo
saliti alla grande sala del piano superiore, ci siamo seduti a mensa con il
Signore in quell’ultima cena, per rivivere i momenti più intensi della nostra
redenzione. Vediamo entrare il Risorto e restare in mezzo a noi. Con Maria e la
comunità dei discepoli attenderemo unanimi in preghiera la venuta dello
Spirito, fino a quando egli scenderà con il suo fuoco.
Non è soltanto un desiderio, un sogno: quanto avvenne in quella sala 2000 anni fa è realtà quotidiana della nostra vita cristiana, che si attualizza nei secoli, di generazione in generazione, fino a quando sederemo a mensa in Paradiso e berremo il vino nuovo tenuto in serbo per noi.
La Chiesa che nasce
nel cenacolo è mossa da “un ardente desiderio” di sedersi alla mensa del
Signore, con l’umanità intera. Non ha desideri di conquista, di potere, di
supremazia, di prestigio. Vuole semplicemente quello che vuole il suo Signore:
radunare la famiglia dei figli di Dio dispersi… Ha un solo desiderio: essere
popolo di Dio radunato nell’unità del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.
La Chiesa del
cenacolo è segnata da un amore fedele e senza misura, come quello del suo
fondatore che amò “fino alla fine”. Ognuno ha cura delle persone che gli sono
state affidate, per un amore concreto e fattivo. Nella famiglia cristiana
nessuno può mai sentirsi lasciato solo a se stesso. Ogni battezzato è
responsabile della Chiesa: è sua nelle persone e nelle istituzioni. La si ama e
per lei si dà la vita.
La Chiesa del
cenacolo è a servizio di tutti, a cominciare dagli ultimi. La lavanda dei piedi
non è un rito annuale, ma l’attitudine costante di ogni cristiano chiamato a
mettersi a livello di chi gli è accanto e a servirlo con amore fattivo,
rispondendo ai bisogni più vari, pronto a sporcarsi le mani.
La Chiesa del
cenacolo è una Chiesa di peccatori, con le piaghe, e quindi «capace di
comprendere le piaghe del mondo di oggi e di farle sue, patirle, accompagnarle
e cercare di sanarle». Confida nella misericordia e sa essere a sua volta
misericordiosa.
La Chiesa del
cenacolo è una Chiesa eucaristica, che non può vivere senza il dono del corpo e
del sangue di Cristo. È una Chiesa in donazione, fino a farsi cibo per ogni
essere umano.
La Chiesa del
cenacolo è una Chiesa sacerdotale, che “fa” la memoria dell’offerta sacerdotale
del Signore. Con lui si offre al Padre e coinvolge nella sua offerta il mondo
intero. Con quel pane e vino porta a Dio il lavoro, le gioie, le sofferenze, le
speranze dell’umanità, e porta la presenza del Signore in tutte le espressioni
umane.
La Chiesa del
cenacolo è il luogo dove si vive l’amore reciproco, ossia la vita della
Santissima Trinità portata da Cristo in terra. È il luogo della reciprocità,
dove ognuno si fa attento all’altro, dove le diversità di vocazioni, di
ministeri, così come delle culture, vivono al servizio l’uno dell’altro, facendo
a gara a chi mette in luce il bene dell’altro e lo valorizza.
La Chiesa del
cenacolo condivide il sogno di Dio, l’unità e per l’unità innalza la sua
incessante preghiera. Patisce le disunità e le lacerazioni al suo interno e
raccoglie quelle all’interno delle famiglie, nella società. La sua missione è penetrare
in ogni disunità e sanarla. Ogni sua istituzione, i sacramenti, le opere hanno
un'unica direzione: «perché tutti siano una sola cosa», nell’unità trinitaria e
nella santificazione (Gv 17, 21). L’unità è la sua ragion d’essere e il
criterio di valutazione delle sue scelte e delle sue opere, e l’obiettivo verso
cui riorientarle costantemente.
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