mercoledì 12 giugno 2024

Un santuario di campagna

 

Kalioli, 11 giugno 2024 

Ho fatto vedere questo schizzo a uno di qua: "Sono i disegni che facevo da bambino", mi ha detto. Come sono contento di questo elogio...

La voce del muezzin non arriva fin qui, sono svegliato lo stesso molto presto… dal canto dei galli. Prima che riprendano i lavori cammino lungo i sentieri di montagna, tutti rigorosamente asfaltati, e mi immergo nel verde delle palme, degli alberi di tek, delle piantagioni di manioca, bananeti, bambù… Le case in mattone nascoste tra gli alberi sono coloratissime, con i tetti di tegole rosse. 

Ogni tanto una moto con i giovani che vanno a lavorare in città o con le mamme che portano a scuola i bambini. Tutti salutano e sorridono. Un mondo contadino arcaico, con le stalle di bambù, per vitelli e capre, accanto alla casa. Gli Oblati si sono fatti amici i vicini, prima diffidenti, costruendo alcuni depositi di acqua e avviando una  fattoria modello. 

Al ritorno trovo alcuni bambini che giocano, qualche ragazzo che naviga col cellulare per chissà quali mondi, donne sulle soglie di casa che spazzano il cortile, contadini che guardano il cielo per vedere come sarà la giornata, panni a stendere come in tutte le parti del mondo. 

Tutti mi parlano, mi salutano, ma nessuno conosco l’inglese e io naturalmente non conosco il giavanese. Ci contentiamo di sorrisi e di strette di mano, linguaggio universale.





A sera, dopo una giornata caldissima e umida, inizia a piovere a diretto, ne avremo per tutta la notte.

Con gli ombrelli lasciamo la casa provinciale e scendiamo fino all’area del santuario. Un mondo si apre davanti a noi. La grande chiesa, la grotta, i misteri del rosario, la via crucis, la chiesa del santissimo Sacramento, la casa di ritiro, il campo dei giovani, i negozi… La statua della Madonna di Lourdes è stata benedetta da Giovanni Paolo II quando venne in Indonesia nel 1989. In quella occasione disse, fra l’altro: «La cristianità in Indonesia, qualche volta, come per esempio a Flores, è vecchia di alcuni secoli. Ma oggi assistiamo a una nuova realizzazione della stessa cristianità, della stessa Chiesa. (…) È una Chiesa che cresce, che è visibile, che sta diventando adulta. Era una Chiesa di missionari. (…) Ma adesso è una Chiesa indonesiana e la maggioranza dei Vescovi sono Vescovi indonesiani e stanno prendendo nelle loro mani tutta la responsabilità della Chiesa e del suo futuro, ed anche del futuro della società. (…) Sono stato colpito profondamente dalla presenza, dalle attività e dall’apostolato dei laici».




Il santuario è aperto giorno e notte. Ogni anno passano di qui circa 200.000 persone, musulmani inclusi… 

Celebriamo la messa alla grotta, in un profondo silenzio, accompagnati dalla musica della pioggia…

Durante tutto il pomeriggio ho presentato i progetti del Servizio generale degli studi oblati e abbiamo valutato insieme il lavoro futuro.

In questa casa, come nelle altre che ho visitato, tutto parla della nostra famiglia. Nella cappella, accanto alla riproduzione della Madonna del Fondatore, ci sono le foto di tutti i missionari Oblati morti qui in Indonesia, a cominciare dai sei italiani.

Ma non basta conservare la memoria in questo modo. Le nostre università sono chiamate a qualcosa di più, un lavoro a livello accademico, di studio, sulla storia, la missione, la spiritualità della Congregazione. È stato l’oggetto del mio intervento, che continuerà dopo domani, con proposte concrete.




 

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