sabato 15 giugno 2024

Ritorno dall'Indonesia

Roma, 15 giugno 2024

Eccomi di nuovo a Roma, dopo il lungo volo e una lunga giornata, quasi 24 ore, con un sole che non si decideva mai a tramontare…

Che esperienza l’Indonesia!

Ricordo quando nel 1975 i missionari espulsi dal Laos si ritrovarono insieme a Vermicino per decidere del loro futuro. Si divisero in tre direzioni: Senegal, Uruguay, Indonesia. Stavano imparando l’inglese e ripetevano una frase che avevano letto negli Atti degli Apostoli: dopo essere stati flagellati gli apostoli uscirono dal Sinedrio “full of joy”, pieni di gioia. Anche noi, dicevano, siamo stati perseguitati e cacciati dal Loas… e siamo “full of joy”. La persecuzione a Gerusalemme fu occasione per la diffusione della Chiesa in Samaria e poi nel resto del mondo. Anche la persecuzione della Chiesa del Laos è stata causa di un allargamento del campo di missione. Uno dei frutti è chiaramente quello nato in Indonesia. Gli Oblati italiani andarono in una regione del Kalimantan, quelli francesi in un'altra della stessa isola, e iniziarono a lavorare assieme agli australiani presenti in Java.

Nel 1992 i tre provinciali da cui dipendevano le tre delegazioni degli Oblati in Indonesia, fra questi p. Santino Bisignano, si diedero appuntamento a Maguwo, Yogyakarta. Insieme a loro si incontrarono i superiori delle tre delegazioni: Natalino Belinghieri per la delegazione italiana. Presente il vicario generale, p. Gilles Cazabon, e il consigliere per l’Asia-Oceania, p. Desmond O’Donnell. L’anno successivo si celebrò il Congresso della costituenda Provincia e fu nominato il primo superiore provinciale, p. Mario Bertoli. A vent’anni dagli inizi l’esperienza missionaria in Indonesia si rendeva indipendente.

Sono seguiti molti altri frutti, a cominciare dalle numerose vocazioni locali, fino alla creatività sempre più feconda di opere missionarie.

Mi ha colpito, oltre alla vitalità degli Oblati, il coinvolgimento di tanti laici nella comune missione. E che accoglienza ci hanno riservato!


Dopo un viaggio così è più facile ripetere le ultime parole della formula di oblazione: “faccio voto di perseverare fino alla morte nel santo Istituto e nella Società dei Missionari Oblati della Santissima e Immacolata Vergine Maria”. È proprio una bella famiglia. Anche se occorre sempre concludere con “Così Dio mi aiuti. Amen”.



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