Il “Breviario oblato” è una autentica miniera. Ogni
giorno ci dona una perla, come quella di oggi:
Dio merita di essere amato, perché è infinitamente
amabile, perché ci ha amati infinitamente.
Sentiamo in noi l’impulso, il bisogno di amare. Se cerchiamo questo amore nelle creature, non raggiungiamo l’obiettivo, perché esse non possono soddisfare i nostri insaziabili desideri. Il vuoto, il rimorso che sperimentiamo dopo aver cercato in esse la felicità, ci dice chiaramente che deve essere cercata altrove.
Mi potrei rivolgere alle stelle: la loro bellezza, l’armonia,
lo spettacolo sublime che mi presentano, rapido e insieme maestoso, potrà forse
risolvere il problema e riempire il mio cuore? Ahimè! No, questo magnifico
concerto mi mostra un’altra cosa... Sarà dunque così difficile trovare l’oggetto
di tutti i miei desideri, quello che solo può soddisfarli... Cieco! Tutte le
creature non celebrano forse un Dio creatore? Questo è il Dio da amare; quel
Dio sempre antico e sempre nuovo, il cui nome fa trasalire gli angeli di gioia;
Dio, che è prima del tempo, più maestoso dei cieli, più profondo del mare, più
incrollabile delle fondamenta della terra. Quel Dio che unisce in sé tutte le
perfezioni immaginabili, che ci farà godere della felicità la cui sorgente è
inesauribile, che ci colma e ci offre ancora ...
Cosa non ha fatto per noi Dio, essenzialmente felice in
se stesso? Ci ha creati, colmati di tali e tanti doni, che, se anche non ci avesse
dato il comandamento dell’amore (o dolce e bel precetto!), la stessa
gratitudine, ci avrebbe indotto a offrirgli l’omaggio assoluto di tutto l’essere...
Ma non ho ancora detto nulla. Era così geloso dell’amore delle creature, che vedendo l’uomo spinto ad amare solo ciò che è carnale, si è fatto carne, et Verbum caro factum est.
(Sant’Eugenio
de Mazenod, Sujets de méditations et instructions, [1808-1811])
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