Mi sembrava vecchissimo. È morto a 78 anni. Fra poco raggiungo la sua età. La sua immagine nella mia memoria è un po’ sfocata, come le sue foto. Era nato nel 1879. Lo rivedo mentre, caduto a terra nei miei giochi infantili, lo supplico di rialzarmi e lui, tranquillamente seduto, arguto come sempre, che mi dice: “Vieni, che ti rialzo”. Lo ricordo nel letto poco prima di morire: era normale anche per dei bambini vedere la morte, fa parte della vita!
Soprattutto ricordo
la telefonata del mio babbo che ne comunicava la morte al suo socio di lavoro,
Renzo Fiaschini. Allora non c’era ancora il telefono a casa. Andammo assieme
nell’ufficio della fabbrica accanto e lì sentii come raccontava la morte di mio
nonno: “È partito come un angelo”. Era il 22 dicembre 1957. Nonno Roberto ci aveva
lasciato per il cielo... come un angelo.
Ieri, a un funerale,
ho ascoltato una frase che può sembrare banale, ma che mi ha tanto colpito
perché mai l’ho sentita così vera: “L’amore è per sempre”.
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