“Buon Natale, caro
Fabio, anche se non sembra che ci sia materia per festeggiare...”. Uno tra i
tantissimi messaggi di Natale. Un messaggio che tradisce la sconsolazione davanti
ai drammi che sta vivendo il mondo, con le sue guerre, i femminicidi, le
rabbie, le povertà, le ingiustizie...
Ma a Natale non si
festeggia il mondo pacificato. Si festeggia l’amore infinito di Dio che,
proprio vedendo il disastro nel quale annega il nostro mondo, manda suo figlio
e proprio in questi mondo disastrato. A Natale festeggiamo Dio che scende in
questa povera umanità e crede in essa nonostante tutto.
Dopo Natale viene
subito il martirio di Stefano, che sarà seguito da tanti martirii, fino alle
persecuzioni di oggi in molti Paesi del pianeta. E dopo, il 28 dicembre, ci
sono i bambini innocenti trucidati a Betlemme, quelli di 2000 anni fa e quelli
di oggi... Sì, questo è il nostro mondo, c’è poco da festeggiare.
Eppure Dio ama questo
nostro mondo e decide di viverci, per condividere tutte le sue brutture. È questo
infinito amore di Dio che si fa vicino a noi, nostro compagno di viaggio, che
festeggiamo a Natale.
«Ci riempie di fiducia
e di speranza – ha detto il giorno di Natale il Papa nel suo messaggio urbi et
orbi – sapere che il Signore è nato per noi; che la Parola eterna del Padre, il
Dio infinito, ha fissato la sua dimora tra noi. Si è fatto carne, è venuto “ad abitare
in mezzo a noi” (Gv 1,14): ecco la notizia che cambia il corso della storia! Quello
di Betlemme è l’annuncio di “una grande gioia” (Lc 2,10). Quale gioia? Non la felicità
passeggera del mondo, non l’allegria del divertimento, ma una gioia “grande” perché
ci fa “grandi”. Oggi, infatti, noi esseri umani, con i nostri limiti, abbracciamo
la certezza di una speranza inaudita, quella di essere nati per il Cielo. Sì, Gesù
nostro fratello è venuto a fare del Padre, suo il Padre nostro: fragile Bimbo, ci
rivela la tenerezza di Dio; e molto di più: Lui, l’Unigenito del Padre, ci dà il
“potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Ecco la gioia che consola il cuore,
rinnova la speranza e dona la pace: è la gioia dello Spirito Santo, la gioia di
essere figli amati».
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