martedì 19 dicembre 2023

Il carisma realtà viva

Il mio primo incontro con i Missionari Oblati di Maria Immacolata avvenne quando ero ancora bambino. Avevano uno stile tutto particolare, vivevano in mezzo alla gente e intrattenevano rapporti personali semplici, affabili. Si muovevano in bicicletta, visitavano le fabbriche, parlavano senza retorica… Iniziai a frequentarli, fino a quando decisi di andare da loro a Firenze per gli studi di liceo. Da allora i Missionari Oblati di Maria Immacolata sono diventati la mia famiglia.

Fu soltanto durante l’anno di noviziato (erano passato 12 anni dal mio primo incontro con gli Oblati) che finalmente scoprii che alle origini dei Missionari c’era un “fondatore”, Eugenio de Mazenod. Conoscere la sua vita e leggere i suoi scritti fu un’autentica rivelazione. Avvertivo una partico­lare consonanza, mi sentivo espresso da lui. Tra­scrivevo e traducevo dal francese i passi che più mi colpivano. Quella piccola raccolta di testi fu subito pubblicata.

Riflettere sulla mia esperienza, una vicenda abbastanza comune, mi ha aiutato a comprendere le modalità di trasmissione del carisma. Abitualmente si entra in contatto con un carisma attraverso la mediazione di
quanti lo vivono in quel momento, in quel luogo. Soltanto in un secondo tempo si acquista la consapevolezza delle origini e della portata storica.

Trattandosi di una “esperienza” il carisma non è una realtà statica, confinata in un passato aureo; per sua natura è vitale, dinamico, al pari dello Spirito che lo dona, e genera un processo evolutivo che difficilmente si presta a essere circoscritto in schemi o definizioni. Non si può definire la vita. Anche se si arriva a formularlo dottrinalmente, esso rimane comunque una storia, un’azione concreta dello Spirito Santo che opera nella vita di una persona. È un’esperienza condivisa, che continua nel tempo e si sviluppa attraverso nuove esperienze. Per “dire” un carisma occorre dunque narrare una storia che ha non soltanto un inizio, ma una continuazione e che si arricchisce passando di generazione in generazione, grazie al suo intrinseco dinamismo.

Spesso, come nella mia esperienza personale, il primo impatto è con una “narrazione” contemporanea del carisma: lo si vede in azione, come realtà viva e operante in alcune persone. Se ne è attratti grazie ad una “consonanza”, in quanto in quell’esperienza concreta si vede rispecchiato ed espresso quello che già è stato seminato dallo Spirito nel proprio cuore: è quello che voglio, mi sento chiamato a vivere così. Il carisma è narrato al presente.

Una volta entrati nella narrazione, ogni generazione sente l’esigenza di ascoltare l’esperienza fondativa iniziale e del suo cammino storico. Sarà allora capace di guardare al passato come alle proprie radici e di narrare a sua volta la storia delle origini e di reinterpretarla grazie alla continuità del vissuto. Il carisma si trasmette narrando una storia che prosegue nell’oggi. Si legge il passato per capire il presente e per preparare in modo creativo il futuro: un fondatore non rimane indietro, cammina davanti.

Non si tratta di “restaurare” il passato, quanto piuttosto di ritrovare l’ispirazione iniziale e saperla vivere in nuovi contesti culturali. Provo a ipotizzare alcune piste che potrebbero essere percorse per nuove “narrazioni” e nuove modalità di trasmissione.

Con queste parole ho iniziato la mia ultima lezione del corso, allo Studium del Dicastero per la vita consacrata.

 

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