Nella cappella dello scolasticato oblato Yaoundé, Camerun |
«Chi
di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a
vedere se ha i mezzi per portarla a termine» (Lc 14, 25-33)
La
posta in gioco è alta: amare Gesù più e prima di tutte le altre creature,
prendere la croce e seguirlo fino in fondo…
E
non si rivolge a un gruppo ristretto, scelto. Gesù sta parlando alle folle. È la
proposta della vita cristiana in tutta la sua durezza e bellezza.
Consapevole di chiedere tanto, Gesù invece di abbassare il prezzo lancia la sfida:
ci stai?
Non
vuole una risposta immediata, motivata dall’entusiasmo. Gesù
era Gesù. Le folle erano prese dal suo insegnamento, lo seguivano per giorni
interi, ne erano affascinate e, a sentirlo parlare, tutto sembrava facile.
Egli
vuole una adesione ragionata, convinta. Se lo scegli devo farlo seriamente,
come quando si sceglie di sposarsi.
Ed
ecco due parabole, la costruzione di una torre e l’imminenza di una guerra.
Prima
di iniziare la costruzione e prima di attaccare battaglia fai bene i tuoi
calcoli, meglio rinunciare che fermarti a metà o perdere.
Così
per diventare cristiano: pensaci bene, è una scelta che implica una vita , non è lo slancio di un momento.
Gesù
vuole essere seguito a ragion veduta, con convinzione e consapevolezza.
La
sua chiamata potrebbe parafrasare quella dell’impegno matrimoniale:
“Prometti
di essermi fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarmi e onorarmi
tutti i giorni della tua vita?”
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarmi e onorarmi
tutti i giorni della tua vita?”
In ambedue
le parabole appaiono due verbi sorprendenti: siediti e calcola-esamina.
C’è una
decisione importante da prendere e non può essere affrontata alla leggera.
Quante
decisioni prese in fretta si rivelano presto rovinose.
Primo, sedersi.
Occorre fermarsi, anche e soprattutto quando le cose sembrano urgenti.
Calma,
prima di tutto. Far tacere l’agitazione.
La nostra
è una società sempre in corsa. I social hanno ulteriormente accelerato le
decisioni, prese istintivamente, seguendo il primo impulso. La politica per prima dà il cattivo esempio, non prende il tempo neppure per “sedere” in parlamento.
Secondo, calcolare-esaminare.
Bisogna ragionare sulle cose, fare un discernimento, si direbbe. E questo
richiede lucidità, domandare consiglio, saper sospendere la decisione,
ritornarci sopra in un secondo momento quando ci sono tutti gli elementi…
È una
dinamica che non vale soltanto per le scelte di fede, ma per ogni decisione importante della vita.
Maria,
anche questa domenica, lascia il posto a Gesù. È l’8 settembre, il suo
onomastico! Eppure il “giorno del
Signore” prevale su le altre feste.
E lei
è contenta. Lo ha sempre fatto. Emblematiche le sue ultime parole: “Fate quello
che egli vi dirà”. Si tira da parte perché i servi non guardino lei ma lui:
indirizza verso il Figlio suo.
Anche
lei, prima di prendere la sua grande decisione si era seduta. Non a caso nella
maggior parte delle raffigurazioni dell’Annunciazione è ritratta seduta.
Poi
anche lei calcola, esamina: “Come avverrà questo? Non conosco uomo”.
Soltanto
quando tutto è chiaro e ha gli elementi necessari, prende la sua decisione, irrevocabile:
“Eccomi, ci sto, mi dichiaro pronta ad assumere la missione che mi viene
affidata, sono la serva del Signore, si compia il suo progetto su di me”.
Lei
sì che ha vissuto il Vangelo!
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