Appena una carissima amica canadese ha
letto il mio blog di ieri su bellezza e bruttezza, mi ha subito scritto la sua esperienza:
Jean
Vanier disse che saranno i portatori di handicap a unire il mondo! Quando andai
a Lourdes con il pellegrinaggio di “Fede e Luce” (negli anni '90), vidi gruppi
di portatori di handicap da tutto il mondo!
Fu una
sensazione molto forte scendere insieme dalle colline alla grotta, con i nostri
vari popoli e le bandiere dei nostri Paesi! Erano tutti in armonia a causa delle
attenzioni e degli aiuti da fare ai portatori di handicap. Non importava la
lingua o la cultura, eravamo tutti lì per aiutarci a vicenda. C'era un vero
senso di gioia tra tutti ed era quasi travolgente! La nostra comunità del
Canada occidentale acquistò una sedia a rotelle per una madre dal Messico
perché doveva portare ovunque in braccio suo figlio. Fu così riconoscente che
scoppiò in lacrime! Questa esperienza mi resta sempre nella mente.
Inoltre,
ogni volta che lavoro con persone con disabilità, sono colpita dal fatto che
anche se non possono parlare o comunicare in modo efficace, possiamo entrare in
comunione con l’anima. È intuitivo e semplice, davvero il dono della presenza (è
l'amore di Dio). Quando devo stare da loro durante la notte, mi comunicano un gran
senso di pace. Sono come dei neonati, che dipendono totalmente dai genitori: dipendono
da me! Penso che sia questo il modo in cui Dio desidera che viviamo, dipendenti
da lui. Che benedizione è tutto questo per me negli oltre quarant'anni che vivo
con loro. Ricevo molto, molto più di quello che do!
Se
mai mi sentissi giù di morale a causa di disturbi fisici, emotivi, mentali o
spirituali, penso ai miei amici con disabilità e mi rendo conto di non avere
nulla di cui lamentarmi.
Sento
spesso che siamo interdipendenti e che non potrei vivere pienamente senza di
loro, proprio come loro non potrebbero senza di me. È un grande mistero, vero?
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