mercoledì 18 settembre 2019

Ricevo molto, molto più di quello che do!


Appena una carissima amica canadese ha letto il mio blog di ieri su bellezza e bruttezza, mi ha subito scritto la sua esperienza:

Jean Vanier disse che saranno i portatori di handicap a unire il mondo! Quando andai a Lourdes con il pellegrinaggio di “Fede e Luce” (negli anni '90), vidi gruppi di portatori di handicap da tutto il mondo!
Fu una sensazione molto forte scendere insieme dalle colline alla grotta, con i nostri vari popoli e le bandiere dei nostri Paesi! Erano tutti in armonia a causa delle attenzioni e degli aiuti da fare ai portatori di handicap. Non importava la lingua o la cultura, eravamo tutti lì per aiutarci a vicenda. C'era un vero senso di gioia tra tutti ed era quasi travolgente! La nostra comunità del Canada occidentale acquistò una sedia a rotelle per una madre dal Messico perché doveva portare ovunque in braccio suo figlio. Fu così riconoscente che scoppiò in lacrime! Questa esperienza mi resta sempre nella mente.
Inoltre, ogni volta che lavoro con persone con disabilità, sono colpita dal fatto che anche se non possono parlare o comunicare in modo efficace, possiamo entrare in comunione con l’anima. È intuitivo e semplice, davvero il dono della presenza (è l'amore di Dio). Quando devo stare da loro durante la notte, mi comunicano un gran senso di pace. Sono come dei neonati, che dipendono totalmente dai genitori: dipendono da me! Penso che sia questo il modo in cui Dio desidera che viviamo, dipendenti da lui. Che benedizione è tutto questo per me negli oltre quarant'anni che vivo con loro. Ricevo molto, molto più di quello che do!
Se mai mi sentissi giù di morale a causa di disturbi fisici, emotivi, mentali o spirituali, penso ai miei amici con disabilità e mi rendo conto di non avere nulla di cui lamentarmi.
Sento spesso che siamo interdipendenti e che non potrei vivere pienamente senza di loro, proprio come loro non potrebbero senza di me. È un grande mistero, vero?

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