La stagione delle piogge di pomeriggio apre puntuale
le cateratte del cielo, in un’alternanza subitanea d’acqua e sole. I sentieri d’argilla
rossa passano in fretta dal fango alla polvere.
Quando diluvia devo parlare al microfono perché il
rumore degli scrosci sui tetti di lamiera è assordante.
Con microfono o senza microfono il ritiro continua
il suo cammino e gli scolastici imperturbabili davanti alle condizioni
atmosferiche.
Dico le cose di sempre, questa volta sul
significato dell’oblazione. Ma le dico con una certa convinzione e mi sembra
che porti qualche effetto.
Ho stampato un libretto di 140 pagine e ne ho
portato una copia ciascuno sfruttando tutto il peso consentito dalla compagnia
aerea.
A parte tutto è un tema affascinante.
Era già stato sintetizzato in un poster che ho
trovato all’ingresso dello Scolasticato, rispondente alla domanda: “Cos’è l’Oblato?”.
La sera, dopo cena, proietto le mie foto portando
questi giovani sui passi di sant’Eugenio a Aix, in Italia, a Marsiglia e nelle
missioni oblate di oggi in giro per il mondo.
Così l’oblazione si colora di una sorprendente
attualità.
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