martedì 17 settembre 2019

Bellezza o bruttezza?



In un suo scritto sulla bellezza il card. Ratzinger metteva a confronto due frasi della Scrittura:
- “Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra e diffusa la grazia”
- “Non ha bellezza né apparenza; l’abbiamo veduto: un volto sfigurato dal dolore”.
Com’è dunque Gesù, bello o brutto?
La bellezza si mostra anche nella bruttezza?
Ed ecco la conclusione di Ratzinger: «Colui che è la Bellezza stessa si è lasciato colpire in volto, sputare addosso, incoronare di spine - la Sacra Sindone di Torino può farci immaginare tutto questo in maniera toccante. Ma proprio in questo Volto così sfigurato appare l'autentica, estrema bellezza: la bellezza dell'amore che arriva "sino alla fine" e che, appunto in questo, si rivela più forte della menzogna e della violenza. Chi ha percepito questa bellezza sa che proprio la verità, e non la menzogna, è l'ultima istanza del mondo».

Mi torna alla mente uno scritto di Michel Pochet, che ha capovolto la famosa frase di Dostoevskij affermando: “Il brutto salverà il mondo”. «Quando si parla di bellezza, grande è il pericolo di confonderla con l’armonia in un senso limitativo. Così compresa, la bellezza sembra esclusa radicalmente dall’esperienza dell’arte del nostro secolo. Infatti l’arte del nostro secolo ha turbato e talvolta scandalizzato i credenti, come se avesse tradito la sua vocazione. Se l’oggetto dell’arte non è la bellezza, quale ragione ha di essere? Se non ci mostra la traccia del Creatore nella creazione, se non è porta regale del paradiso che senso ha?... Se si pensa in questo modo si dimentica che quel Figlio, Splendore del Padre, è anche il verme della terra, e perciò che la bellezza può anche apparire come il brutto, e può morire. Mi si dirà che il Figlio è, sì, morto, ma che dopo tre giorni è risorto. Allora invocherò la bellezza al di là della morte della bellezza».

Pensando alla conferenza che devo fare ad Assisi, su “La bellezza di essere cristiani”, mi tornano alla mente i quattro anni passati al Cottolengo di Torino, in mezzo a tante bruttezze umane. Eppure l’amore paziente e generoso di chi aveva scelto di vivere con loro le rendeva belle.
Come non ricordare gli ospedali, che sono stati inventati dal cristianesimo? La cura dei poveri, degli emarginati, degli orfani, delle minoranze, degli scarti dell’umanità?
Che impressione bella mi ha fatto entrare per la prima volta in una delle case famiglie a cui ha dato vita Jean Vanier e trovare persone che si dedicano ai malati mentali rendendosi familiari di chi non ha più famiglia…
In mezzo a tanta bruttezza risplende la bellezza dell’essere cristiani, capace di trasformare il brutto in bello.

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