La casa dove guido gli esercizi spirituali è
dedicata a Yves-Joseph-Marie Plumey (1913-1991) Oggi è l’anniversario della sua
uccisione, forse ad opera di rapinatori, a Ngaoundéré, nella notte tra il 2 e
il 3 settembre.
Partito giovane dalla Francia, è stato il fondatore
della Chiesa del Nord-Cameroun, suo primo prefetto e vicario apostolico, primo
vescovo e arcivescovo di Garoua.
L’elogio più bello forse gli è stato rivolto da
Giovanni Paolo II in visita a Garoua:
«La Santa Sede, sensibile ai bisogni
dell’evangelizzazione qui e nelle regioni vicine del Ciad, nel 1946 decise di
affidarne la responsabilità ai Missionari Oblati di Maria Immacolata. Monsignor
Yves Plumey, che saluto con venerazione, era alla testa di questi valorosi
pionieri. In questo vasto territorio dalle numerose etnie, ciascuna delle quali
ha le proprie tradizioni e la propria lingua, sono venuti a vivere nelle città,
nei villaggi raggruppati, e anche nelle savane del Nord e nelle montagne. Fin
dall’inizio essi hanno potuto contare su amici e collaboratori autoctoni, che
hanno reso loro familiare questo Paese. In alcune dozzine di anni, essi si sono
prodigati per moltiplicare i posti di missione, le scuole, i dispensari. Essi
hanno suscitato numerosi catechisti. Hanno ammaestrato e battezzato le
popolazioni che li accoglievano con gioia e fiducia, in mezzo a tante prove
umane. È giusto, ora, rendere omaggio ai padri e ai fratelli Oblati». (Omelia,
Garoua, 11 agosto 1985)
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