giovedì 26 aprile 2018

Una musulmana parla di Maria ai cristiani


Al convegno cristiano-musulmano che si è svolto a Castelgandolfo (16-22 aprile 2018) abbiamo parlato insieme di Maria, un cristiano e una musulmana.
Ho riportato in sintesi sul blog il mio intervento:

Adesso sintetizzo l’intervento della teologa musulmana iraniana Shahrzad Houshmand.

Oh Maria, in verità Dio ti ha eletta, ti ha purificata, ti ha eletta su tutte le donne dei modi” (Corano, 3,42).
Il nome di Maria appare per ben 34 volte nel Corano. La sua figura è sublime. È l’unica persona che nel Corano ha il titolo di moharrar, libera e liberata.
Maria è il fiore mistico, cresciuto sotto la diretta attenzione del suo Signore, è Nabat, nabatan hasana, Il fiore bellissimo: è Dio che la fa germogliare, di germoglio buono” (3,37).
Maria è vergine, e suo figlio è isa ibn Mariam: Gesù figlio di Maria.
Maria, è santa, devota, pura, immacolata, Qanitan, seddiqa.
Maria sceglie la luce, Dio, sempre. La parola usata dal corano è makanan sharqiyyan, un luogo in oriente, dove sorge il sole, la luce.

Maria sente la voce degli angeli, è in dialogo con loro: “Quando gli angeli dissero: O Maria, ecco che Dio ti annuncia un verbo, da parte sua: il suo nome è l’unto, Messia, Gesù figlio di Maria, illustre nella vita presente e nella futura, in culla parlerà alle genti, e nell’età matura. Essa disse: Come potrò avere un figlio quando nessun uomo mi ha toccata? Disse (l’angelo): Cosi sia, Dio crea ciò che Egli vuole e gli insegnerà il libro e la sapienza e la Thora e il vangelo” (3,44-47)
Maria non solo dialoga con gli angeli, ma è esempio sublime se non unico di come ricevere, incontrare, accogliere in sé, nell’anima e nel corpo, lo Spirito di Dio ruhon minh, e vedere faccia a faccia lo Spirito Santo, trasformato per lei in una forma umana perfetta (19,17).


Maria è sola, addolorata. Il corano non parla di Giuseppe al momento della prova grandissima del parto. In una società che non accetta in nessun modo una ragazza che partorisce senza marito, lei in profonda solitudine si rifugia sotto un albero secco e morto! Il Corano racconta la solitudine e il dolore enorme che Maria incontra e accetta; ricorda il suo grido: “ebbe le doglie accanto al piede di una palma morta, jiz’innikhla, e disse: fossi morta prima di questo e fossi dimenticata!” (19,23).
Ma questo dolore, non rimane tale. Anzi si trasforma radicalmente in gioia. Il Corano dice “allora la chiamò da sotto di lei, non affliggerti. Il signore ha posto sotto di te sariyyan. Scuoti verso di te il tronco della palma, rinverdirà e farà cadere su di te datteri freschi e maturi, mangia e bevi e il tuo occhio si rallegri” (19,26).
Sariyyan è una fontana d’acqua pura che scorre in silenzio e nella notte. La stessa parola nella forma verbale asra, viene usata nel corano per il viaggio mistico notturno del profeta Mohammad, dalla Mecca a Gerusalemme e da Gerusalemme al cielo, per poi fare ritorno nella stessa notte.
Maria, non solo offre il verbo di Dio al mondo, ma ora lei ha sotto di sé sariyyan e con la sua fede, scuotendo un albero secco e morto, lo fa risuscitare. Maria è l’esempio perfetto del fedele, cerca la luce, la accoglie sempre, non in un modo passivo, ma sempre attivo.

Maria è la madre di Gesù Cristo, isa massih, colui che nel Corano è Verbo di Dio, un Suo Spirito, Benedetto dovunque sia, il prossimo a Dio Muqarrab, Servo di Dio, il profeta di Dio, Colui che fa miracoli, dà la vista ai ciechi, crea dalla forma di un uccello un uccello vivo, risuscita i morti, Colui che dopo la misteriosa morte viene innalzato presso Dio. Gesù nel Corano quasi sempre viene presentato come isa ibni maryam, Gesu figlio di Maria.

Maria esempio da seguire, da musulmani, cristiani e tutti coloro che cercano un esempio perfetto di fede e di verità (66,19).
Ma perché Maria è esempio? Il corano lo spiega:
Maria è modello da seguire, non solo perché Dio arsala ha mandato verso di lei il Suo Spirito, non solo perché ha incontrato la potenza di Dio, Alqa ilayha, non solo perché Dio ha soffiato e insufflato in lei il Suo stesso Spirito nafakhna fihe min ruhena, ma anche perché, lei, è l’esempio sublime di Sapienza e unità!
Maria ha confermato le parole di Dio e i Suoi libri. L’anima di Maria, abbraccia tutti, come una meravigliosa madre.
Mohammad rasul allah e habib allah pure ci fa leggere nel Corano questo concetto della pluralità infinita delle parole di Dio: “Disse: Se il mare si facesse inchiostro per scrivere le parole del Signore, certo il mare sarebbe esaurito, prima che fossero esaurite le parole del Signore, e perfino se ne aggiungessimo uno eguale” (18,109).
Maria è Capace di Dio! È il nostro comune perfetto esempio da seguire, ieri, oggi e domani: Madre della sapienza e dell’unità.

Oggi, noi musulmani di diverse scuole teologiche, (sunniti, sciiti, kharijiti, alaviti) siamo stati invitati dai nostri fratelli e sorelle di un Movimento che ama chiamarsi: Opera di Maria! Maria, per loro è esempio sublime da seguire, e anche per noi musulmani. Forse sarebbe il tempo, di usare la parola NOI, noi credenti in Dio, creatore dei cieli e della terra, noi che amiamo Dio e cerchiamo di servirlo nei prossimi.

Quale è la via di Dio? e cosa ci chiede radicalmente il profeta Mohammad nel Corano?
Due versetti paralleli, ce lo spiegano:
“Io non vi chiedo nient’altro come ricompensa, tranne una cosa sola: Amore verso il prossimo. (42,23).
“Io non vi chiedo nient’altro come ricompensa, ma solo che qualcuno voglia scegliere la Via del Signore” (25,57).
Allora: La via del Signore è: amare il prossimo.

Oggi, radunati qui insieme, mandiamo dei segni di speranza, verso un mondo che soffre divisioni, indifferenze, ingiustizie e terribili guerre.
Creiamo un NOI di credenti di tante scuole dell’islam e del cristianesimo, fiori differenti di un unico giardino, come amava chiamarci Chiara. come Maria, il nostro comune e sublime esempio di fede, capace di accogliere le parole di Dio, accogliamoci gli uni gli altri, per poter poi accogliere l’umanità, amata da Dio.
Questa è la Via di Dio: amare il prossimo, il nostro prossimo umano, una sola famiglia umana, un Noi di musulmani e cristiani, un noi di credenti, che operano e cooperano per l’unità della famiglia umana, creata e amata da Dio.

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