Resurrezione, Cattedrale di Rieti |
Noli me tangere, Cattedrale di Rieti |
Ma
questo nostro tempo è il tempo della Chiesa ed Egli, asceso al Cielo, è stato
sottratto ai nostri occhi. Come a Maria di Magdala, anche a noi ripete: «Non mi
trattenere» (Gv 20, 17). Eppure Egli,
che è l’Onnipotente, non potrebbe compiere il miracolo e mostrarsi ancora ai
nostri occhi? Allora, dopo la risurrezione, si è fatto vedere alle donne per
strada, a Maria di Magdala nell’orto, a Cleofa e al suo compagno nella casa di
Emmaus, ai discepoli nella stanza superiore, sul lago… Egli che si è mostrato
in luoghi tanto diversi e tanto comuni, non potrebbe mostrarsi anche a noi?
Forse è
proprio questo l’insegnamento: Egli può apparire ovunque perché è presente ovunque:
in casa, al lavoro, per strada, nei posti più impensati.
Cosa
vuole insegnare Gesù mostrandosi in così tanti luoghi? Che lui c’è, lui c’è...
Prima
della sua risurrezione la sua presenza era limitata: un giorno era a Nazareth,
un altro a Cafarnao, un altro sul lago, un altro sul monte, un altro a Gerusalemme…
Lo potevano vedere, toccare, ascoltare solo quei pochi che in quel momento si
trovavano in quel luogo.
Ora
invece no. Lui Risorto non è più condizionato dallo spazio e dal tempo. Egli
può essere presente ovunque, può apparire ovunque, anche a porte chiuse. Può
apparire mentre si lavora, mentre si mangia, mentre si sta insieme a fare
festa, mentre si studia… Può mostrarsi sempre, dappertutto perché ormai
egli è presente in mezzo a noi, sempre e ovunque. La sua
promessa è vera: “Ecco io sono con voi sempre, ovunque, fino
alla fine del mondo” (cf. Mt 28, 20).
Noi
abbiamo bisogno di sentircelo vicino. Ogni volta che come i discepoli ci
sentiamo soli, o tristi, o scoraggiati, o delusi, avviliti, angosciati,
disperati, il Signore appare e ripete: Eccomi, ci sono, sono accanto a te, sono
con te. Non mi vedi, non mi senti?
Gesù non
ci appare agli occhi del corpo, ma beato chi crede senza vedere. Tommaso non ha
creduto fino a quando non ha visto. Ma in lui noi tutti abbiamo fatto l’esperienza
di fede.
Il
miracolo non è quando Egli appare, come quella sera davanti a Tommaso. Il
miracolo è che egli è qui, realmente presente, e non si fa vedere! Siamo beati
anche noi che non lo vediamo, come lo erano i suoi discepoli che lo vedevano.
Anche noi, come loro, siamo pieni di gioia perché Egli c’è, qui, accanto, in
mezzo a noi, il mio Signore e il mio Dio.
Egli “sta”, come allora. Non è
di passaggio, una presenza fugace, un ricordo, un incantesimo, un fuoco fatuo.
C’è, stabilmente, anche quando non lo vediamo. C’è sempre, vivo, presente. Egli
È, Sta. Sono gli occhi nostri che fanno difetto, ma egli c’è: «Beati quelli che
non hanno visto e hanno creduto!» (Gv
20, 29).
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