«Perché siete turbati, e
perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi:
sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come
vedete che io ho». (Lc 24, 35-48)
Sei proprio tu, Gesù! Sei
proprio tu. Sei Dio, il Signore, e continui a essere uomo, uno di noi. «Abbiamo
mangiato e bevuto con lui, dopo la sua risurrezione», racconta Pietro a
conferma della verità e del realismo della tua presenza tra noi. Non un fantasma,
un ricordo, un essere vago ed evanescente. Tu che vivi per sempre, alla destra
del Padre e in mezzo a noi, sei reale e vero, segnato dalla storia della tua
vita terrena, fino alla trafittura delle mani e dei piedi, che mostri come
segno autentico del tuo amore e della tua umanità. «Sono proprio io!». Sì, sei
proprio tu!
Sconvolti,
come i discepoli, dai drammi dell’umanità che ci circonda, paurosi sul nostro
futuro, dubbiosi nella nostra debole fede, tu solo puoi irraggiare la nostra
mente e incendiare il nostro cuore per una fede salda, una speranza certa, un
amore ardente. Ti abbiamo ancora tra noi, forti della tua presenza e della
potenza della tua risurrezione. Di cosa aver paura, cosa temere? Tu sei la
nostra pace, la sicurezza, la pienezza della gioia.
Lungo la strada per Emmaus
avevi spiegato le Scritture, e ora di nuovo riprendi l’insegnamento esegetico
con gli Undici. Proponi te stesso come chiave d’interpretazione: tutta la
Bibbia parla di te e tutta la si comprende partendo dalla tua morte e
risurrezione, evento che fonda e dà senso alla storia. Sei il Dio che assume la
morte, ogni morte, ogni tragedia, ogni dramma umano di cui è intrisa la nostra
umanità; Dio che infonde la vita e dà continuità alla storia al di là del
tempo, inserendola nell’eternità.
Che esegesi efficace la tua!
Quando sei tu a spiegare la Parola la mente si illumina, comprende l’evidenza
della fede, coglie la verità delle realtà del cielo. Insieme scaldi il cuore,
infondendo la forza per compiere quanto domandi e la gioia di seguirti nella
via della vita.
Da quella sera di Pasqua,
lungo il cammino della Chiesa, non ti sei mai stancato di spiegare il senso
delle Scritture. Di secolo in secolo apri le menti all’intelligenza di parole
sempre nuove e nascono i carismi, parole fatte vita che illuminano e danno senso
a ogni tempo.
Quante parole continui a far
comprendere e rivivere, infinite modulazioni dell’unica Parola che sei tu,
morto e risorto («Sono proprio io!»). Quante esperienze di vita, quanti santi
diversi hanno attuato le tue molteplici parole: in ognuna sei tu, l’unico
Signore morto e risorto («Sono proprio io!»).
In ogni parola «sta scritto:
il Cristo patirà e risorgerà dai morti». Ogni parola che mi proponi di vivere
mi fa morire con te: ha in sé la forza drammatica della spada che taglia, fa
male, purifica, dà morte al male che è in me. Ogni parola che mi proponi di
vivere mi fa vivere con te: ha in sé il potere di risuscitare e di dare la vera
vita.
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