sabato 28 aprile 2018

Immanenza reciproca


Rimanete in me e io in voi... Io sono la vite, voi i tralci. Chi rima­ne in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. (Gv 15, 1-8)


Per sette volte Gesù, nel brano della vite e dei tralci, ripete la parola “rimanere”. In altri momenti in­vita a camminare con lui, oggi chiede di rimanere in lui. È l’offerta e la richiesta della più piena comunione, di un’adesione sincera alla sua parola e al suo volere. Esprime il desiderio di rimanere con noi, in maniera permanente e definitiva, per sem­pre. È venuto per questo, per stare con noi.

Gli importiamo così tanto? Se fossimo consapevoli del suo im­menso amore e del suo struggente desiderio di intimità con noi! Era presente fin dal principio, da quando scese nel giardino dell’Eden per passeggiare con Adamo ed Eva: gli piaceva stare con loro. Li aveva creati a sua immagine e somiglianza per intrat­tenere con loro un rapporto personale. Da quando si nascosero, allontanandosi da lui, non è stato più tranquillo, perseguendo con tenacia il suo anelito di sempre: stare con la sua creatura. Fi­no a quando, finalmente, ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

L’iniziativa e la priorità sono sempre sue: «Io in voi». Ma che amore sarebbe se non fosse contraccambiato? Il suo venire in noi è carico di desiderio di risposta: «voi in me», nella recipro­cità della perfetta unità, simile e in continuità con quella che c’è tra lui e il Padre.

Possibile che Dio abbia bisogno di essere amato? Forse è l’effetto del suo essere Trinità, dove l’amore va e viene. Tutto ciò che esce dalle sue mani – l’umanità per prima – ha questa im­pronta trinitaria ed esige lo stesso andare e tornare dell’amore. La pressante e reiterata richiesta di rimanere in lui, nella sua pa­rola, nel suo amore, più che un comando è l’espressione di que­sto suo desiderio di amore: ci ama sinceramente e sinceramente domanda di essere riamato. Si è plasmato un cuore di carne per conoscere l’amore anche nella sua dimensione umana: ha bisogno di essere amato da noi.

La sua parte l’hai fatta, tutta, e continua a farla. Ha amato ed è rimasto con noi.
Ama e rimane con noi anche quando ci ribel­liamo, ci nascondiamo, fuggiamo da lui.
Ora tocca a noi amarlo e rimanere nel suo amore.
Lavoro arduo, che domanda il pieno affidamento nelle mani del Padre, perché estirpi dal cuore il male, il superfluo.



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