Rimanete in me e io in voi... Io sono la
vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché
senza di me non potete far nulla. (Gv 15,
1-8)
Per sette volte Gesù, nel brano della
vite e dei tralci, ripete la parola “rimanere”. In altri momenti invita a camminare con lui, oggi
chiede di rimanere in lui. È l’offerta e la richiesta della più piena
comunione, di un’adesione sincera alla sua parola e al suo volere. Esprime il
desiderio di rimanere con noi, in maniera permanente e definitiva, per sempre.
È venuto per questo, per stare con noi.
Gli importiamo così tanto? Se fossimo consapevoli del suo immenso amore e
del suo struggente desiderio di intimità con noi! Era presente fin dal
principio, da quando scese nel giardino dell’Eden per passeggiare con Adamo ed
Eva: gli piaceva stare con loro. Li aveva creati a sua immagine e somiglianza
per intrattenere con loro un rapporto personale. Da quando si nascosero,
allontanandosi da lui, non è stato più tranquillo, perseguendo con tenacia il
suo anelito di sempre: stare con la sua creatura. Fino a quando, finalmente,
ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
L’iniziativa e la priorità sono sempre
sue: «Io in voi». Ma che amore sarebbe se non fosse contraccambiato? Il
suo venire in noi è carico di desiderio di risposta: «voi in me», nella reciprocità
della perfetta unità, simile e in continuità con quella che c’è tra lui e il
Padre.
Possibile che Dio abbia bisogno di
essere amato? Forse è l’effetto del suo essere
Trinità, dove l’amore va e viene. Tutto ciò che esce dalle sue mani – l’umanità
per prima – ha questa impronta trinitaria ed esige lo stesso andare e tornare
dell’amore. La pressante e reiterata richiesta di rimanere in lui, nella sua parola,
nel suo amore, più che un comando è l’espressione di questo suo desiderio di
amore: ci ama sinceramente e sinceramente domanda di essere riamato. Si è
plasmato un cuore di carne per conoscere l’amore anche nella sua dimensione
umana: ha bisogno di essere amato da noi.
La sua parte l’hai fatta, tutta, e
continua a farla. Ha amato ed è rimasto con noi.
Ama e rimane con noi anche quando ci
ribelliamo, ci nascondiamo, fuggiamo da lui.
Ora tocca a noi amarlo e rimanere nel
suo amore.
Lavoro arduo, che domanda il pieno
affidamento nelle mani del Padre, perché estirpi dal cuore il male, il
superfluo.
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