venerdì 20 aprile 2018

Parlare di Maria ai Musulmani




“Insieme per dare speranza Cristiani e Musulmani in cammino nel carisma dell’unità”. È il titolo del convegno di quattro giorni che si tiene a Castelgandolfo, Giovedì 16 aprile – Domenica 22 aprile.
Questa mattina, assieme a Shahrzad Houshmand, ho tenuto il tema: Maria nel cristianesimo e nell’islam.

La pittura, la musica, la poesia in duemila anni di storia del cristianesimo hanno continuato a parlare di Maria, la madre di Gesù, in maniera sempre e nuova e creativa. È una donna ebrea, appartiene dunque al popolo ebraico. È la madre del Messia, il Cristo, e dunque appartiene ai cristiani. La venerano anche gli Indù, anche i buddisti, ha un posto d’onore nel Corano.
Maria è di tutti. Lei stessa l’aveva annunciato: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Cosa avrei dunque potuto dire in lei in pochi minuti?
Ho scelto il racconto dell’annunciazione, in comune con il Corano.


L’angelo non la saluta come ci si aspetterebbe nel mondo ebraico: Shalom, pace. La saluta dicendole: χαῖρε, rallegrati, sii nella gioia perché ti porto una grande notizia. Ma prima di dare la notizia la chiama κεχαριτωμένη, ricolma della grazia e del favore di Dio.
Dio l’ha pensata e amata da sempre e ha posto in lei la sua benevolenza e ogni bellezza. Senza che lei lo sapesse l’aveva già preparata per la missione che sta per affidarle. 

Adesso l’angelo può rivolgerle, a nome di Dio, lo straordinario annuncio: «Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo» (Lc 1, 31-32).
Maria è una donna prudente e prima di dire il suo sì chiede all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». (Lc 1, 34)
Sì, le risponde l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra» (Lc 1, 35).
La nuba era il segno della presenza di Dio. Una nube si era posata sulla tenda di Mosè e sul tempio di Salomone a indicare la presenza misteriosa di Dio in mezzo al suo popolo.
La stessa “nube” scenderà su Maria, lo Spirito Santo, la potenza dell’Altissimo. Da lei nascerà il Messia predetto, e la sua nascita non avverrà con il concorso di uomo, ma sarà Dio stesso a formare in lei un figlio.
La Potenza dell’Altissimo opera ancora una volta, come nella prima creazione, creando qualcosa di nuovo.
È possibile essere vergine e insieme madre?
«Nulla è impossibile a Dio», le dice l’angelo (Lc 1, 37).
«Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei» (Lc 1, 38). Con gioia aderisce pienamente a quanto Dio le ha manifestato. Questo desidera con tutto il cuore.
È il modello per ogni cristiano, contento, come Maria, di compiere sempre e comunque la volontà di Dio, perché sa che è la cosa più bella che possa esserci per lui: l’ha pensata Dio stesso! E cosa egli può volere se non il nostro bene?


Quella parola rivolta dall’angelo a Maria, Κεχαριτωμένη, piena di grazia, è stata meditata a lungo nella tradizione cristiana. Se è piena di grazia in lei non c’è peccato e satana su di lei non ha alcun potere.
Che non sia lei, si domandano presto i Padri della Chiesa, la donna annunciata già alle origini del genere umano? Eva, la prima donna, aveva detto di no all’invito di Dio. Era stata istigata dal diavolo, che le era apparso nelle sembianze di un serpente. Fu allora che Dio rivolgendosi al serpente disse: «Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa» (Gn 3, 15).
Qual è la donna che con la sua discendenza schiaccerà la testa al serpente, al diavolo? È Maria. Eva aveva detto di no a Dio a quanto Dio le chiedeva, Maria gli dice di sì. Allora Maria non ha niente a che fare con il peccato.
I cristiani d’Oriente l’hanno presto chiamata  Παναγία = la tutta santa  
I cristiani d’Occidente l’hanno chiamata Immacolata = senza macchia di peccato: «Tutta bella sei, Maria, / e il peccato originale / non è in te».
Anche in questo Maria è modello e anticipazione di ciò a cui tutti siamo chiamati, a diventare «santi e immacolati nella carità» (Ef 1,4).
Maria è la terra buona e feconda, priva di sassi e di rovi, che accoglie il seme della Parola e la fa fruttificare al cento per cento. Dio ha trovato in lei un cuore docile, malleabile. Tutta la sua vita è segnata dalla sottomissione amorosa alla Parola, fino a fare di lei la credente perfetta.
Maria è il modello per ogni fedele su come accogliere e vivere la Parola di Dio: è la madre del Verbo di Dio, della Parola di Dio, il suo titolo di gloria.

L’icona più bella di Maria è quella nella quale porta in braccio il figlio. Un figlio che non tiene gelosamente per sé, ma mostra e dona a tutti. Maria diventa così anche madre nostra e ci insegna come essere a nostra volta, madre dell’umanità: dando a tutti la Parola di Dio.


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