La risurrezione lo ha liberato dai limiti angusti del tempo e dello spazio, ma ha lasciato i segni del tuo amore. Gesù non nasconde con vergogna le sue piaghe. Le mostra come il segno del suo amore, l’amore più grande, che ha saputo dare la vita per gli amici. Sono il segno della sua amicizia. Infonde gioia nei discepoli perché, nel vedere le piaghe, si sentono amati.
Anche Tommaso non vuole vedere Gesù, vuole vedere il segno dei chiodi, il segno della lancia, il segno del suo immenso amore per lui. Soltanto alla vista delle sue piaghe sgorga la professione: «Mio Signore e mio Dio!». Se Dio è Amore, Gesù ha un solo modo per mostrarsi Dio: amare con un amore da Dio! Le sue piaghe lo rivelano.
In cosa credettero gli apostoli? In cosa credette Tommaso? Nel suo amore; un amore più grande della morte, che la risurrezione ha reso vivo e operante in mezzo a loro.
Anche noi risorgeremo con i segni delle nostre ferite? Le mostreremo con gioia e saranno per gli altri fonte di gioia? Forse sì, se in esse impareremo a contemplare quelle di Cristo, se le trasformeremo in amore: un inno di lode alla sua misericordia, al suo amore.
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