domenica 27 gennaio 2013

Veloce o lontano, da solo o insieme

La stanza di Sant’Eugenio, come si presenta oggi.
I quattro scalini e la porta immettono nella stanza
dove alloggiavano i suoi primi due compagni, Tempier e Icard.

Aix, 27 gennaio 1816
“Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai insieme ad altri”.
Questo proverbio africano fa al caso mio.
Nei tre anni seguiti alla mia ordinazione sacerdotale sono andato avanti veloce. Ho dato vita a tante iniziative, ho lavorato sodo: con i carcerati, con i giovani, con i seminaristi, con gli artigiani, la servitù e la gente semplice della città… Ma tante volte a sera mi sono trovato stanco e vuoto. Non sarei andato tanto lontano, da solo.
Ora invece Dio mi dato dei compagni con i quali condividere il cammino. Sono sicuro che insieme andremo lontano…
Scrivo queste note seduto sul primo dei quattro gradini che dalla mia stanza portano a quella dove già riposano Tempier e Icar. La mia stanza… è soltanto un corridoio che porta nella stanza grande che serve da cucina, sala da pranzo, sala di comunità, dormitorio. La tavola sono due assi poggiate su due vecchi barili. Scrivo alla tenue luce del lume che, sulla porta, illumina le due stanze. Come inizi non è poi un gran lusso, ma anche al Figlio di Dio, quando iniziò la sua avventura sulla terra, bastò una stalla e una mangiatoia. La nostra povertà è la garanzia che siamo sulla strada buona. Andremo lontano… siamo insieme.
(Dal diario di Sant’Eugenio de Mazenod, lf)
Mi giunge intanto questo messaggio: L'altro giorno sono andata a fare compagnia alla mia nipotina che aveva l'influenza. Naturalmente voleva una storia. Mi è venuto in mente di raccontarle la storia di sant'Eugenio, dalla sua infanzia fino al primo giorno della comunità, le ho detto che era la storia di uno della nostra famiglia,  che si è fatto santo e che dal cielo ci protegge. Lei  ascoltava incantata.

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