La cattedrale |
Ancora una giornata a Saint-Denis de
la Réunion in attesa di un posto su un aereo. Il ciclone ha tutto scombussolato.
In mattinata i due amici Testimoni di Geova hanno messo vestito e cravatta,
nonostante il caldo torrido, per il loro culto domenicale, probabilmente nella
loro stanza. Io invece sono andato in centro città, sotto un sole rovente. Domenica: ogni
negozio rigorosamente chiuso, eccetto le panetterie (i francesi non
rinuncerebbero per nessuna cosa al molto alla loro baghette). Una città modesta, che
dal mare sale su per la montagna con sempre nuovi edifici. Negli ultimi anni è
raddoppiata.
Passo davanti al municipio, al coloratissimo
tempio indù, alla grande moschea, verde come si conviene, fino alla cattedrale,
ovviamente bianca. Arrivo appena in tempo per concelebrare. Una messa animata,
con tanta gente dalle carnagioni che sfumano dal bianco allo scuro nel gran
meticciato caratteristico dell’sola dove sono arrivati europei, africani,
cinesi, malesi, indiani del Malabar… Una bella orchestra con clarinetto,
chitarra, tamburo, tastiera… e tutti che cantano. Proprio una grande festa dei
Magi, con presepe e rinfresco per tutti all’uscita della chiesa. Com’è grande e
viva la Chiesa! Chi avrebbe mai immaginato che un giorno avrei celebrato nella
cattedrale di Saint-Denis de la Réunion e una messa così bella!
La strada principale |
L'antico municipio |
Nel pomeriggio piove a dirotto come
si conviene in un Paese tropicale nella stagione delle piogge. Ne approfitto
per leggere uno studio sulla carità in san Giuseppe Benedetto Cottolengo. Ne
rimango incantato. Una perla soltanto:
“Molti
cristiani credono avere in se stessi l’Amore di Dio… si fanno nella sua
immaginazione certe idee a riguardo della gran bontà di Dio… dicono di amare
Dio e s’ingannano. Il Regno dei cieli non sta nelle belle parole… la carità non
si accontenta di semplici foglie, ma richiede frutti, quali frutti sono apponto
a detta del grande apostolo a Galati (Gal.5,22) sono il gaudio, la bontà… quei
frutti sinceri e reali se avviene non trovinsi in seno al cristiano, di costui
si deve senza temer d’abbaglio vuoto il cuore dell’Amore divino, sterile ed
infruttuosa la di Lui carità sebbene millantisi di possederla di fatto…”.
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