martedì 29 gennaio 2013

Contemplazione o azione? falso dilemma

L’ala dell’antico Carmelo
dove aveva preso posto la prima comunità.
Le due stanze degli inizi si aprono
sulla finestra grande al secondo piano

Aix, 19 gennaio 1816
Vogliamo essere una comunità di missionari e ci siamo ritrovati in un Carmelo! Sembra una contraddizione.
Dal 1628 fino al 1792 in questa casa hanno vissuto in clausura le monache carmelitane, tutte intente alla preghiera e alla contemplazione. Quando la Rivoluzione francese cacciò le ultime 18 monache il monastero è passato di mano in mano. Da pochi mesi ne ho acquistato tre ali per dar vita alla nostra comunità, anche se rimane occupato dal pensionato per le giovani diretto dalla signora Gontier. Per adesso ci contentiamo delle nostre due stanze.
Noi missionari nasciamo in un monastero di vita contemplativa. Che sia un segno di come dovrà essere la nostra vita missionaria? A pensarci bene questa distinzione tra vita contemplativa e vita attiva che si è instaurata nella Chiesa ha poca consistenza. Come potremo missionari se non saremo contemplativi? Missionari vuol dire annunciare ciò Dio, e come potremo annunciarlo se prima non l’abbiamo conosciuto, non lo abbiamo contemplato? E stando in mezzo alla gente, in quella che si chiama “vita attiva”, come potremo non contemplare la presenza e l’azione di Dio tra quanti incontriamo? Annunceremo quel Dio che abbiamo visto e annunciandolo lo vedremo in mezzo alle folle e lo ameremo ancora di più, in un progressivo processo virtuoso.
(Dal diario di Sant’Eugenio de Mazenod, lf)

1 commento:

  1. Grazie Sant'Eugenio, perchè a distanza di secoli la tua domanda: Come potremo annunciare Dio se non lo conosciamo? ha fatto fare alla mia anima 'una capriola'. Conoscerlo e... annunciarlo.
    Questo da ora voglio e posso fare.
    Buona giornata.
    (P.S.:Grazie Padre Fabio)

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