La prima pagina della “Supplica”
indirizzata ai Vicari generali di Aix
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Aix, 28
gennaio 1816
È una giornata fredda e il vento
gelido entra dagli infissi che non chiudono bene. Intabarrati nei nostri
mantelli ci siamo seduti attorno al camino e abbiamo riletto le prime righe della
lettera che abbiamo indirizzato ai Vicari generali della diocesi, non avendo
ancora il vescovo:
«Rev.
Vicari Capitolari, i sacerdoti qui sottoscritti, vivamente colpiti dalla
pietosa situazione dei piccoli centri e dei villaggi della Provenza che hanno
quasi completamente perso la fede;
avendo
constatato per esperienza che l’indurimento dello spirito e l’indifferenza di
questa gente rendono insufficienti, e anzi inutili, i soccorsi ordinari che la
vostra sollecitudine per la loro salvezza fornisce loro;
essendo
giunti alla convinzione che le missioni sarebbero il solo mezzo con il quale si
potrebbe arrivare a far uscire dal loro stato di abbrutimento questa gente abbandonata;
desiderando,
nello stesso tempo, rispondere alla vocazione che li chiama a consacrarsi a
questo difficile ministero;
e
volendo farlo in maniera che risulti utile per loro e vantaggioso per la gente
che si propongono di evangelizzare;
Le firme dei cinque che si riunirono
Il 25 gennaio 1816
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hanno
l’onore di domandare l’autorizzazione di riunirsi ad Aix nella vecchia casa
delle Carmelitane, che uno di loro ha acquistato, per vivervi in comunità sotto
una regola di cui espongono i punti principali”.
È un autentico proclama, un manifesto
frutto della nostra esperienza. Forse è meglio dire di quanto abbiamo visto
attorno a noi, perché di esperienza ne abbiamo ancora poca. Ma basta un po’ di
cuore e uno sguardo limpido per accorgersi della situazione penosa della nostra
gente. Siamo giovani ma abbiamo già il cuore pieno di Dio e vorremmo che il suo
amore traboccasse su tutti. (Dal diario di Sant’Eugenio de Mazenod, lf)
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