“Perché ti sei fatto Oblato?”, chiedo a p. Alfred Ravelomampisandraibe (sarà meglio chiamarlo semplicemente p. Alfredo…). “Perché un giorno, quando ero alla scuola, è arrivato un padre che tra l’altro ha detto che gli Oblati sono il battaglione d’assalto di Dio. La cosa mi è piaciuta. Volevo far parte del corpo d’assalto. Gli ho scritto, ed ora eccomi qua”.
Con altri quattro si trova nella
prima missione aperta dagli Oblati quando sono venuti in Madagascar. Mi
racconta soprattutto delle uscite per andare a trovare i cristiani sparsi tra
foreste e montagne e raccolti il 162 centri missionari e distinti in cinque
settori. Lui, come gli altri, parte due volte l’anno e per un mese intero, a
piedi, passa di villaggio in villaggio. Ha con sé cinque o sei portatori
carichi di tutto il materiale necessario. Quando, in genere dopo una giornata
di viaggio, giunge in un villaggio, incontra la gente dei dintorni, alcuni
arrivati con tre giorni cammino, per la catechesi, la messa, i sacramenti… Il
responsabile del centro e il catechista hanno già avvertito tutti ed hanno
preparato l’accoglienza del missionario, che viene accolto ai margine del
villaggio ed accompagnato in processione con strumenti, canti, danze… Cose da
film eppure succedono ancora!
I viaggi sono a piedi perché non ci
sono strade né ponti e spesso ci si deve arrampicare su per le montagne. La
gente è isolata e sparsa per i lavori dei campi. Sono viaggi duri. Le
difficoltà maggiori vengono dalla mancanza di acqua potabile, dai parassiti che
entrano sotto la pelle, dalla fatica degli spostamenti, dalle inevitabili
malattie…
Quando tutte le strade sono bloccate
per le situazioni climatiche scatta la compagnia aerea dei Calvinisti danesi, a
servizio delle missioni, anche di quelle cattoliche… insomma un po’ di
ecumenismo funziona!
P. Alfred, uno che ci crede! Così
come ci credono gli altri Oblati.
Proverbio malgascio: “L’uomo sogna
molto e fa progetti, ma Dio solo decide”. Non è come il nostro: “L’uomo propone
e Dio dispone”?
Oggi ci accompagna il viso gioioso di padre Alfred accanto al simbolo natalizio dell'abete carico di palline colorate.Siamo uniti a voi anche in questi piccoli particolari che ci accomunano ma sentiamo con quanta sofferenza si può arrivare ai fratelli sparsi nelle campagne che attendono il padre per mesi con una pazienza che noi non accettiamo più!!!Grazie!!
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