Questa mattina p. Théophile Le Page
è partito per il Cielo. Sembrerà strano ma, in questi due anni nei quali abbiamo
vissuto insieme, è sempre riuscito intenzionalmente a schivare l’obiettivo
della mia macchina fotografica: non ho una sua foto.
O meglio, ho con me l’immagine di
questo ultimo periodo di ospedale: un’immagine sempre sorridente, una
gratitudine immensa che mi ha sempre dimostrato per ogni visita, una stretta di
mano fortissima ogni volta che partivo da lui. “Dove senti male?”. “Dappertutto”.
“Allora stai male…” “No, tutto bene”.
L’ultima messa che ho potuto
celebrare nella sua stanza d’ospedale, prima che perdesse conoscenza, è stata
mercoledì scorso. Ho usato il formulario per l’unzione degli infermi, pregando
perché “questo nostro fratello infermo non si senta solo, ma unito a Cristo, medico
dei corpo e delle anime… perché senta la continua presenza del Signore che porta
su di sé il dolore del mondo… perché sperimenti la forza consolatrice dello
Spirito…”.
Accompagnare nell’ultimo tratto del
santo viaggio, fino alla soglia dell’eternità, per poi lasciare l’a tu per tu
dell’incontro con Dio. È la missione più bella.
"Accompagnare nell’ultimo tratto del santo viaggio, fino alla soglia dell’eternità, per poi lasciare l’a tu per tu dell’incontro con Dio. È la missione più bella".
RispondiEliminaMi auguro e prego che tante persone condividano questo pensiero. Arrivederci, p. Théophile! E aiutaci anche a credere che Lui "porta su di sé il dolore del mondo": di tante persone sole che hanno bisogno di condividere i propri pesi.