P. John Staak alla difesa della tesi |
E noi? “Noi siamo resi capaci di ascoltare la sua
Parola…Ecco allora la meraviglia della fede: Dio, nel suo amore, crea in noi –
attraverso l’opera dello Spirito Santo – le condizioni adeguate perché possiamo
riconoscere la sua Parola”. Inizia così la conoscenza reciproca, il dialogo…
una storia, insomma.
Come mai Pietro poté dire: “Tu sei il Cristo, il
Figlio di Dio vivo”, e il centurione: “Questi era davvero il Figlio di Dio”, e
Tommaso: “Signore mio e mio Dio”?... Perché ognuno aveva avuto una sua storia
con Gesù. Non è che in quel momento ognuno di loro lo conosce, più esattamente
lo riconosce, perché è già stato con
lui, hanno camminato insieme. Quell’atto di fede è il frutto di una storia, è
il racconto della storia di Dio e della propria storia con Dio che si è raccontato a noi. Basta pensare al Credo: è il racconto della storia di Dio, nella quale ci troviamo coinvolti anche noi. Che bella
la fede!
Oggi John Staak, un Oblato americano, ha difeso la sua
tesi di dottorato in filosofia all’Università Gregoriana proprio sul cammino
che porta alla fede, all’incontro personale con Dio. Lo studio si è incentrato
sul pensiero del filosofo George McLean, un altro Oblato americano, ora ultra
ottantenne, professore all’Università Cattolica d’America, che per 40 anni ha viaggiato
per il mondo intero, soprattutto nei Paesi comunisti, già al tempo della guerra
fredda, per promuovere il dialogo culturale e la ricerca dei valori,
pubblicando centinaia di libri. “Guardare le culture con gli occhi della fede –
usa ripetere – è cercare di cogliere in esse l’iniziativa dello Spirito Santo e
la risposta dell’uomo”.
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