Oggi, festa di santa
Cecilia, il cuore corre subito alla sua bellissima basilica in Trastevere. No,
questa non fa parte della Roma nascosta, è molto palese, da quando Costantino
la costruì sopra la casa della santa. L’anno scorso l’ho visitata nel giorno
della sua festa:
il 18 agosto di
quest’anno sono stato su nel coro delle monache (quella sì che è una Roma
nascosta!)
Ma vi è un altro
angolo di Roma nascosta, proprio sotto la basilica, là dove si trova la tomba
di Cecilia assieme allo sposo Valeriano e al cognato Tiburzio, ambedue da lei
convertiti al cristianesimo.
Scendi e ti ritrovi indietro di duemila anni fa,
nell’antica Roma, si cui rivedi strade, case, cantine con ripostigli per
conservare grano e vino… Soprattutto si spalanca davanti la cappella della
reliquie, ricca di marmi e di ori, ma ricca soprattutto dei resti dei martiri.
Qui come altrove la leggenda si intreccia con la storia raccontando la
fantasiosa e incantevole avventura di Cecilia e della sua famiglia, che si
intreccia con papi e imperatori. In quel luogo di silenzio e di raccoglimento
l’eccessivo si decanta per lasciare posto soltanto alla sostanza delle cose:
vite donate a Dio, amore appassionato per Cristo, scelte di verginità eroica.
Quelle ossa sono vive e parlano ancora.
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