lunedì 26 novembre 2012

Mi chiamo Moahamed e sono il vostro nuovo vicino


La più piccola partecipante, un mese
“Mi chiamo Moahamed e sono il vostro nuovo vicino, devo fare dei lavori di idraulica nell'appartamento e vorrei che il vostro idraulico mi facesse un preventivo”. Così si è presentato sabato un marocchino che ha suonato al nostro campanello accompagnato dai suoi due bambini, ci ha spiazzato... Sarà l'inizio di un'amicizia? Ce lo auguriamo.

Mi è arrivato questo messaggio a commento (è ben più di un commento!) al blog di ieri nel quale raccontavo dell’incontro di Brescia.
A proposito di “spiazzamento”, anch’io ieri sono stato spaziato. Mentre in precedenza preparavo l’intervento che avrei dovuto fare sulla visione cristiana della famiglia, mi domandavo: “Come posso parlare della grazia del matrimonio? Riuscirò a farmi capire?”. Mi ero appuntato queste parole:
Riflettendo sull’insegnamento di Gesù, la Chiesa ha capito che per costruire una autentica famiglia, così come Dio l’ha pensata - unita stabilmente, nella fedeltà, capace di continuare l’opera creatrice di Dio generando la vita -, non basta l’attrazione sessuale, non basta neppure l’innamoramento e l’amore umano, occorre qualcosa di più, quello che noi chiamiamo la grazia del matrimonio, il sacramento del matrimonio. Occorre che Dio renda partecipi gli sposi, e a partire da loro i figli e tutti i componenti della famiglia, del dono del suo stesso amore, di quel particolare amore che il Nuovo testamento chiama agape, un amore gratuito, capace di perdono, di attenzione, di dedizione al punto da essere capace di dare la vita per la persona amata. È quell’amore di cui Gesù è il modello e il donatore.
Ma quando sento l’esperienza di una giovanissima coppia, Hind e Hamid Mehmood, lui pakistano lei marocchina, resto appunto spiazzato. Affermano che alla loro coppia non è sufficiente il loro amore, che pure è stato così forte da superare tante difficoltà e pregiudizi, ma che occorre loro l’amore di Dio e che su questo amore hanno fondato il loro matrimonio; raccontano le esperienze di provvidenza fiorite dal vivere la parola del Corano: “Chiedete e vi sarà darà”… Ecco, allora mi sono sentito proprio spiazzato.

Per saperne di più vedi il bell’articolo apparso sul sito di Città Nuova:

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